Angeliño è adesso davvero un calciatore della Roma. Verrà ricordato come il primo investimento varato dal nuovo direttore sportivo Florent Ghisolfi. All’ultimo giorno utile – ieri scadeva il diritto di prelazione – la pratica con il Lipsia è stata sistemata: secondo gli accordi pattuiti per il prestito di gennaio, Angeliño è costato complessivamente 5 milioni da pagarsi in tre annualità. Un esempio di operazione sostenibile per un terzino sinistro che ha dimostrato una certa efficienza nelle occasioni in cui De Rossi lo ha chiamato in causa.
Ed è stato proprio il parere positivo dell’allenatore a far rompere gli indugi al club: in attesa di acquistare un altro specialista del ruolo, che potrebbe essere lo scozzese Doig (2002) del Sassuolo, la Roma potrà cominciare il ritiro con un teorico titolare.
Angeliño aveva già firmato qualche mese fa il contratto da 1,8 milioni netti a stagione che lo avrebbe legato ai Friedkin fino al 30 giugno 2028. Sostanzialmente, tra cartellino e ingaggio, sarà costato già dal primo anno molto meno dell’ultimo Spinazzola, che pesava sul bilancio per 11,8 milioni. E a proposito di Spinazzola, che non è partito per l’Australia per curare la lesione muscolare: non ci sono novità su un possibile rinnovo, salvo colpi di scena la sua esperienza quinquennale alla Roma è terminata il 9 maggio Leverkusen.
Angeliño non è tornato sotto il controllo del Lipsia per poche ore: se i Friedkin non avessero dato il via libera al pagamento della prima rata del bonifico, circa 2 milioni, per la Roma sarebbe stato quasi impossibile acquistarlo a nuove condizioni.
Tanto è vero che Tiago Pinto, il diesse che lo aveva portato a Trigoria poco prima di salutare l’Italia, ha tentato di convincere il giocatore a non accettare il nuovo accordo (serviva comunque il suo consenso perché la prelazione avesse efficacia) e a seguirlo al Bournemouth. La proposta economica era anche superiore rispetto a quella attuale. Ma Angeliño aveva già manifestato, in pubblico e in privato, il desiderio di fermarsi alla Roma.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida