La Roma si fa bella in Europa a tal punto da ritrovarsi in testa al girone più duro della nuova avventura. Strano, verrebbe da dire. Strano perché prima del successo di Baku, in casa del Qarabag, ma soprattutto prima della vittoria di ieri sera con il Chelsea, i giallorossi in versione americana avevano vinto solo due gare di Champions su 17. La svolta, arricchita dal nuovo show con i Blues (3-0), porta la firma di un progetto, quello a cura Di Francesco, cominciato fra lo scetticismo e gli interrogativi: può una squadra affidata a un allenatore di provincia dare fastidio, fin da subito, a corazzate come i campioni d’Inghilterra o l’Atletico Madrid di Simeone? Si, è la risposta. La Roma, oggi, dà la sensazione di essere proprio una squadra «europea»: ritmo alto, pressing sui portatori di palla avversari, equilibrio fra i reparti e, poi, verticalizzazioni veloci. Merito sicuramente di un tecnico che ha saputo trasmettere la sua filosofia al gruppo e di un gruppo che ha la possibilità, e la fortuna, di poter vivere la sua Champions per divertire e divertirsi.
SQUADRA PIU’ «EUROPEA» – Nemmeno il tempo di pensare e la Roma è già avanti: El Shaarawy, dopo 38”, prende la mira e con un tiro in controbalzo spedisce il pallone dove Courtois non può arrivare. Un magia, quella del Faraone. Una delizia dentro un Olimpico che sobbalza come ai bei tempi. Conte si piega, il Chelsea si spezza là dietro perché David Luiz sembra un ragazzino al debutto fra i grandi, Rüdiger in gita premio e Azpilicueta di passaggio. La squadra campione d’Inghilterra vive degli scatti di Hazard e poco altro. Le occasioni per il Chelsea non mancano, ma manca la voglia di mettere in croce i giallorossi: troppo leziosi e sbadati appaiono i Blues, come quando Pedro prima e Morata poi si divorano la grande chance per leggerezza davanti ad Alisson.
ORA BASTA UNA VITTORIA – Il copione del duello dice che i ragazzi di Conte fanno bene solo sulla trequarti e che la Roma usa le buone maniere per contenerne le possibili scorribande. La miglior retroguardia del nostro campionato non stecca, anzi: Fazio è una sentinella attenta, Juan Jesus si limita alle cose facili, Florenzi e Kolarov offrono copertura e sostanza. Così, dopo una serie di assalti piuttosto sterili, ecco puntuale il raddoppio giallorosso, ancora con El Shaarawy, ancora favorito da un’amnesia della difesa inglese perché Rüdiger è fuori posizione e Azpilicueta in ritardo. Il Chelsea è spento, spuntato, fumoso. Per i primi della classe nella passata Premier League non è una stagione facile perché in campionato i due Manchester sbagliano poco o niente e perché i tanti infortuni, su una rosa ristretta, pesano. La Roma chiude i conti con un altro bel gol, realizzato da un reattivo Perotti e, adesso, ai giallorossi servirà un niente per volare agli ottavi di Champions: un successo all’Olimpico con il Qarabag darebbe la qualificazione anche dopo una sconfitta a Madrid. Il Faraone (due volte) e Perotti come Panucci e Vucinic (due volte): nel novembre del 2008 quando Roma-Chelsea finì 3-1. Il bis è servito.