Anche i giganti sbagliano. Quando ha letto male quella traiettoria lunga, quando ha visto che Osimhen gli sfuggiva via per poi scagliare un dardo nell’angolo diagonale, Chris Smalling ha istintivamente chiuso gli occhi e si è chinato a terra. Ha capito in un secondo che l’errore era costato la sconfitta alla Roma.
Il pensiero forse sarà andato anche al Mondiale, di cui proprio alla vigilia della sfida contro il Napoli aveva parlato: se il ct Southgate ha assistito alla partita nella sua interezza, si sarà reso conto che Smalling è un difensore meritvole di andare in Qarar; se si è limitato agli highlights potrebbe sentirsi addirittura rafforzato nella convinzione di lasciarlo a casa. Una disdetta per lui, che nella marcatura magari si è fatto condizionare dall’ammonizione e quindi dal rischio del doppio giallo, e per Mourinho, che per la prima volta si è arreso davanti a Spalletti, fischiatissimo dall’Olimpico come tradizione oramai consolidata.
In una partita di lotta, di sofferenza e duelli, alla Roma pesa inchinarsi proprio a pochi minuti dalla fine. Ma ci sonoa anche dei segnali positivi. Ad esempio Mady Camara, che ha affrontato la seconda partita da titolare consecutiva con la giusta disciplina a centrocampo. La sua aggressività, specie nel primo tempo, ha tolto il respito a Ndombelè creando diversi problemi al Napoli. Non è bastato per provocare pericoli nell’area di rigore avversaria.
Ma Camara piano piano si sta dimostrando un calciatore utile. Lui che è stato preso all’ultimo per tamponare la perdita di Wijnaldum che ieri si è affacciato all’Olimpico dopo il lungo periodo trascorso a Rotterdam a curarsi. Wijnaldum è tornato a Roma per iniziare la fase 2 della riabilitazione, quella che dovrebbe consentirgli di rientrare a gennaio attraverso un accurato processo di riatletizzazione.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida