Loro vincono sempre. Nessuna concessione alla retorica, non è necessaria coi tifosi romanisti: basta seguirne i passi. Per esempio quelli che li portano letteralmente in capo al mondo. Pronti a (ri)fare settemila chilometri in 24 ore per tornare sul luogo del misfatto, proprio lì dove è scaturita la peggiore sconfitta stagionale, con temperature ben al di sotto dello zero. Nessuno provi a dare una spiegazione razionale: non la troverà. Si tratta semplicemente (si fa per dire) di passione infinita. Quindi di vittoria, nel senso più elevato.
Sugli spalti è un percorso netto, a prescindere dalla varietà di risultati in campo: dalla sonora batosta di coppa al trionfo nel derby. Il manipolo che colora di giallorosso il minuscolo Aspmyra Stadion (ottomila posti complessivi la capienza) non supera le tre centinaia, ma che possa valere come e paradossalmente anche più delle folle da trasferte oceaniche lo si intuisce già alla partenza da Fiumicino. La partenza del charter destinato a portare a Bodø il grosso della pattuglia è fissata alle 8, ma quando il buio avvolge ancora le prime luci dell’alba lo scalo già brulica di sciarpe e bandiere.
Donne e uomini, tifosi storici e giovanissimi alle prime esperienze da trasferta, famiglie, gruppi di amici, singoli: ce n’è per tutti i gusti. Il volo Ita ha anche l’equipaggio giusto: quando il comandante termina il suo annuncio, la chiosa «Forza Roma» sarà pure poco consona ai protocolli, ma fa sciogliere i circa duecento passeggeri nel più fragoroso degli applausi. «I brividi mi vengono» è colonna sonora anche del volo, oltre a essere la più gettonata hit dell’ultimo periodo all’Olimpico.
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FONTE: Il Romanista – F. Pastore
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