Edin Dzeko è il capitano e non si discute. Ha più di 100 partite con la Bosnia, ha la testa del leader e la storia del capopopolo: Dzeko è nato a Sarajevo nel 1986 ed era in città quando i bombardamenti della guerra civile la distruggevano.
Di più, la sua famiglia scelse di
rimanere e dev’essere stata un’angoscia continua, con Edin bambino che usciva per giocare a calcio sapendo che da qualche parte, in città, sarebbero arrivati i proiettili. (…) Bosnia-Italia è uno dei momenti che forse nemmeno sognava di vivere, quando bambino tifava Milan.
La Bosnia stasera deve vincere per sperare in un secondo posto che, francamente, nessuno pensa raggiungibile. Dzeko è il riferimento di tutti e lo sarà a marzo, quando gli spareggi decideranno le ultime qualificate per l’Europeo: troppo forte. Anche al confronto di Belotti e Immobile, più tecnico, più completo. (…)
Edin parla un po’ di Italia, poco di Florenzi, per nulla della Roma: «(…) Florenzi non gioca? E’ il nostro capitano alla Roma, per lui adesso non è una buona situazione ma è un giocatore forte, sicuramente tornerà a giocare. Dobbiamo rispettare la decisione del mister».
E allora sarà Dzeko contro Belotti, sfida da campionato italiano, sfida tra attaccanti diversi, quasi opposti. Edin se l’è cavata con una risposta diplomatica («Speriamo di ripetere il primo tempo di Torino») ma stasera forse si emozionerà. (…)
Oggi, più concretamente, guarderà Bonucci, avversario di una vita, e Acerbi, avversario del derby: sarà solo questione di calcio e basta così, per essere più sereni.
FONTE: La Gazzetta dello Sport