Ora è davvero finita. Perché quel cordone ombelicale che gli permetteva di varcare i cancelli Trigoria come un papà qualunque, per andare a vedere il figlio impegnato con l’Under 18, non ci sarà più. Cristian si è fatto grande. E inizia giustamente a camminare da solo, a fare le sue esperienze.
La prossima, a Frosinone, è dietro l’angolo. A tal punto che venerdì i Totti, padre e figlio, hanno visitato l’Istituto San Bernardo – nel complesso dell’abbazia di Casamari – a due passi dal centro di allenamento del club ciociaro. Francesco e Cristian hanno preso informazioni sull’offerta formativa del liceo e, una volta completato il trasferimento del giovane attaccante, torneranno per formalizzare l’iscrizione. L’avventura con la Roma è prossima ai titoli di coda.
Il poco spazio avuto (appena 2 presenze in campionato con il Cesena a novembre e la Sampdoria a febbraio, entrando sempre in corsa) è stata la molla per guardarsi intorno. E il club frusinate non si è fatto sfuggire l’occasione. Ora bisognerà capire soltanto la formula con la quale Cristian, 18 anni a novembre, saluterà Trigoria. Il ragazzo, infatti, è legato ai giallorossi da un altro anno di contratto. Per questo i due club stanno ragionando sulla formula migliore che consenta al calciatore di trasferirsi.
Le strade sono due: un accordo tra le due società o la decisione della Roma di svincolare il ragazzo e permettergli di andare a giocare nella Primavera del Frosinone, reduce da due stagioni positive. Alla promozione in massima serie conquistata un anno fa ha fatto seguito un’annata chiusa al decimo posto a quota 47 punti, la salvezza matematica conquistata con 9 turni d’anticipo.
Quale sarà la formula, la sostanza non cambia. Dopo 35 anni anni, i portoni di Trigoria per i Totti si chiudono. Singolare che tutto ciò avvenga proprio nei giorni in cui ricorre il 22° anniversario della vittoria del terzo scudetto. Ieri l’ex capitano ha pubblicato uno storia su Instagram della sua celebre esultanza dopo la rete al Parma con scritto: “Non finirà mai”. La realtà, ad oggi, dice malinconicamente altro.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina