C’è un bando con un unico concorrente, per il possesso della fascia sinistra: Spinazzola non ha i requisiti per iscriversi, Angeliño invece sì purché qualcuno versi il compenso pattuito alla società di appartenenza. Cioè il Lipsia, che è creditore di 5 milioni. La Roma riparte da una certezza che ancora non è formalmente incamerata.
Dovrà pensare Ghisolfi a riscattare un giocatore che ha conquistato velocemente De Rossi con la dolcezza del calcio, la tecnica da tiki taka. E che aspetta un competitor ai nastri di partenza della prossima stagione: non si può pensare che Angeliño, con tutto il rispetto per le sue qualità professionali, sia l’unica soluzione per il ruolo. Comunque è stata un’operazione azzeccata.
Gli osservatori inglesi lo scovarono nel Deportivo La Coruña e lo presero in fretta, salvo poi concedergli appena 2 presenze in prima squadra prima di liberarlo. Il ragazzo, che ora ha 27 anni, ha così vissuto un’esperienza a New York, ha giocato in Olanda nel Nac Breda, è tornato in Spagna per conoscere Maiorca, e alla fine ha trovato consacrazione in Germania con il Lipsia. Ma dopo un periodo d’oro, anche i tedeschi non si sono più fidati di lui: da qui il passaggio al Galatasaray, dove è rimasto fino al trasferimento alla Roma.
Con la Roma, e con il calcio propositivo di De Rossi, si è ambientato velocemente adattandosi a tanti ruoli: in quattro mesi lo abbiamo visto terzino sinistro nella linea a quattro, centrale mancino di una difesa a tre, esterno a tutta fascia nel 3-5-2 su entrambi i lati (vedi esperimento a Firenze, quando fu schierato a destra). La sua duttilità, che è poi segno di intelligenza, gli ha consentito di meritare un altro anno alla Roma.
“Sono venuto per rilanciarmi” diceva i primi giorni. Ci è riuscito velocemente. Ma non tutto è stato perfetto in questo periodo, per lui e per la squadra. Dopo aver firmato il contratto, che lo legherebbe per altri quattro anni ai Friedkin, Angeliño dovrà essere migliore di quello che è stato finora, soprattutto nella fase difensiva. Il cambiamento comincia dalle piccole cose.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida