Una vigilia di quelle da ricordare. Anche perché il rischio di non ascoltare Mou per un po’ di tempo esiste. Soltanto i più ingenui possono pensare che sia dettata dal caso. O dal voler mettere le mani avanti. Quando però José parla – opinabile o meno nei contenuti – lo fa sempre perché segnato da un precedente. E così, l’attacco congiunto all’arbitro Marcenaro, al Var Di Bello e a Berardi, è dovuto ad un trascorso che ha visto lo Special avere dei problemi con i soggetti in questione.
Il portoghese non fa prigionieri. leri tutta l’attenzione della platea è all’accusa di superficialità lanciata alla squadra giovedì nel post-gara di Ginevra. Alla fine, la questione, si trasformerà in un dettaglio di secondo piano. Mou cambia obiettivi. E l’arbitro designato per il match odierno contro il Sassuolo, Marcenaro, è il primo a farne le spese.
Il tecnico non va per il sottile: «Mi preoccupa, lo abbiamo avuto tre volte come quarto uomo e non penso abbia la stabilità emozionale per partite di questo livello. È una gara super importante per noi, non mi lascia tranquillo il suo profilo.»
Sistemata la questione arbitrale, è tempo di passare al Sassuolo («È una buona squadra con un buon allenatore, poi giocano una partita a settimana. Hanno qualità e spesso andiamo in difficoltà con loro, sarà una gara difficile») e soprattutto a Berardi: «Giocatore fantastico. Ma bisogna avere più rispetto per l’avversario e per il gioco. E troppo quello che fa per destabilizzare: prende gialli, falli, rigori inesistenti – Io lo amo e lo odio. Se fosse un mio giocatore non mi piacerebbe per niente, con me avrebbe dei problemi».
Anche in questo caso l’affondo di Mou non è a caso. A Trigoria non hanno dimenticato quanto accadde nella passata stagione all’Olimpico, quando il nazionale azzurro provocò la sciocca reazione di Kumbulla che lasciò la Roma in 10, perdere per 4-3 contro gli emiliani.
FONTE: Il Messaggero