Il dg della Roma, Baldissoni, lancia la sfida: «Se vediamo che le difficoltà di fruibilità continuano e si riducono gli spettatori, forse dovremmo iniziare a considerare stadi diversi e più piccoli». Parole sposate in toto da Spalletti: «La penso come Baldissoni, il suo è il mio pensiero». Apriti cielo. Il messaggio rimbalza in città lasciando alquanto perplessa la tifoseria. Di certo l’Olimpico formato acquario è un problema che va risolto. Difficile che lo si possa fare traslocando in un impianto di un’altra città. Perché lo scenario attuale propone solo questa possibilità: il Flaminio, possibile meta, è infatti inagibile. Rimarrebbero gli stadi delle province limitrofe o di regioni vicine come l’Umbria. Di provocazione si tratta.
Intanto ieri mattina è sbarcato nella capitale il presidente Pallotta: «Tutti vogliamo che la curva Sud torni a tifare ma per le barriere non possiamo fare nulla. L’Olimpico non è uno stadio di mia proprietà». E poi: «Non capisco perché dopo l’eliminazione col Porto tutti siano andati fuori di testa. Io penso che la squadra sia forte». Tema rinnovi: «È tutto ok, non ci sono problemi con i calciatori e lo staff tecnico. Ma nemmeno novità». Neanche, quindi, sul contratto di Sabatini, in scadenza a giugno: «Parlerò con Walter e vedremo se vorrà restare o meno».