Nel campionato dominato dai grandi attaccanti, la Roma ha scoperto che a volte Il miglior attacco può essere la difesa. Smalling e Mancini, due che i gol di mestiere devono evitarti, hanno trasformato un pomeriggio grigio in una vittoria che monda le due sconfitte subite nelle ultime due uscite. Ma il 3-0 al Brescia è soprattutto il frutto di un Intervallo movimentato, in cui l’allenatore portoghese Paulo Fonseca ha dovuto fare una cosa che non ama e non fa spesso: alzare la voce.
«A volte serve, nel primo tempo non avevamo giocato con aggressività» ha testimoniato alla fine. Il risultato è stato una reazione rabbiosa che ha portato la squadra a segnare due volte in 12 minuti: il folto codino nero di Smalling, segno di presagi infausti per il Brescia, ha prima deviato in porta il pallone del vantaggio – complice la deviazione di Cistana – e poi spedito sul piede di Mancini quello del raddoppio. Così quando Dzeko ha cancellato un mese di digiuno firmando il tris, la partita era già in ghiaccio da un pezzo.
Non è un caso. Era successo qualcosa di motto simile a Udine, quando la Roma, in vantaggio ma in dieci uomini per un’espulsione ingiusta, era emersa dagli spogliatoi mostrando i denti e segnando due volte in pochi minuti. Ma il primo quarto d’ora del secondo tempo ha già portato alla Roma 9 gol (6 solo nell’ultimo mese): più di chiunque altro in Serie A.
La prova della capacità dei tecnico di trasferire alla squadra una motivazione diversa in quel quarto d’ora di indicazioni a tu per tu. Ma anche di valorizzare i suggerimenti del suo consulente tattico Tiago Leal, che durante il primo tempo raccoglie attraverso un software indicazioni sui punti critici degli avversari per poi trasferirli in indicazioni alla squadra durante l’intervallo. Prassi da sport Usa che magari piacerà a Dan Friedkin, magnate di Houston pronto a rilevare il club da Pallotta.
I più maliziosi sostenevano ieri che della strategia dell’allenatore facesse parte pure la “sceneggiata” di Zaniolo al momento del cambio, che ha indotto l’arbitro Di Bello ad ammonirlo per il tempo perso: quel “giallo” da diffidato costerà al talento la squalifica contro il Verona, potrà così tornare a esserci nel big match contro l’Inter ai turno successivo. Ma sostenere che volesse aggirare la pratica non consentita di farsi ammonire apposta è pura illazione. Anche perché nei pensieri c’è prima la trasferta di giovedì a Istanbul in casa del Basaksehir, già determinante.
Altri pensieri ha invece il Brescia, ultimo e impotente, nonostante le incertezze iniziali della Roma. Nelle ultime 8 gare ha raccolto un punto soltanto, subendo 18 gole segnandone 5. Come non bastasse, lì caso Balotelli è una ferita pulsante nel cuore della squadra di Fabio Grosso. Mentre Mario diceva di lavorare per recuperare da un presunto infortunio, il tecnico riaccendeva il caso: «Si metta al servizio della squadra». Ma con questi risultati, la soap opera rischia di trasformarsi in un film dell’orrore.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci