Il progetto di Tor di Valle è stato bocciato. Da una parte dall’assessore comunale all’Urbanistica, Berdini, che in Conferenza dei Servizi regionale è andato giù durissimo ripetendo che «va bene lo stadio, ma non va bene niente di tutto quello che si dovrebbe costruire intorno». Dall’altra parte dalla Soprintendenza a Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma che ha inviato, sempre in Regione, un parere decisamente negativo sia sulle procedure, sia sulla scelta dell’area. Un parere, quello dalla Soprintendenza, non vincolante ma che peserà sull’iter del progetto forse in maniera definitiva. La Roma per ora non intende fornire comunicazioni ufficiali, ma fa trasparire ottimismo. Difficile però restare ottimisti di fronte al documento-bomba (reso pubblico ieri) dello scorso 25 ottobre che di fatto stronca il progetto: «I documenti non sono accompagnati da alcuna istruttoria dell’Ente proponente e dell’Ente competente né da un elenco che permetta di verificare la completezza e l’univocità della documentazione. E quindi si richiede l’indicazione di tutti i procedimenti coinvolti con la relativa tempistica».
«Si ritiene che la relazione paesaggistica non sia stata affatto formulata ai sensi delle norme vigenti, che manchino una serie di elaborati fra i quali delle “fotosimulazioni” dell’area di Tor di Valle prese dai vari punti di vista notevoli della città come le “terrazze del Gianicolo, il parco degli Aranci, il Vittoriano. Infine, sono state individuate come criticità della proposta la presenza di edifici di notevole altezza oltre che di opere infrastrutturali che vanno ad interferire con i beni monumentali e paesaggistici». Bocciate quindi le famose torri. «È un progetto che non reputo positivo e che nelle casse del Comune non porterà benefici – ha aggiunto Berdini -. Avere uno stadio che costa 200 milioni di soldi pubblici non va bene. Questo gioco di pagare opere pubbliche con volumetrie finisce per sempre». Nessun commento dal vice sindaco Frongia che nei scorsi giorni aveva fornito rassicurazioni ai proponenti.