Quella di ieri è stata una giornata difficile per il nuovo stadio della Roma. Prima la relazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che ha espresso un parere fortemente negativo sul progetto di Tor di Valle, poi la nuova, ennesima stroncatura dell’assessore all’Urbanistica del Comune Paolo Berdini. Ore intensissime, nelle quali va registrato un passo indietro rispetto agli sviluppi positivi dei giorni scorsi. L’affondo di Berdini, in audizione alla Commissione regionale, è stato duro: «O la Roma rinuncia a 220 milioni di progetto che non servono oppure pensi a un’area diversa da Tor di Valle. Si può tornare in conformità del piano, che prevede 63.000 metri quadri. Dunque la Roma fa lo stadio con la zona commerciale a corredo: se il progetto è questo io posso firmare una cambiale adesso».
I COSTI – L’assessore ha insistito ancora sui dubbi legati all’area scelta nel progetto portato avanti da Pallotta e Parnasi: «La Roma potrebbe avere un’illuminazione e pensare che ci sono infinite altre zone di Roma che dallo stadio possono avere un ritorno di immagine, Tor di Valle è una zona deserta. Avere uno stadio a costo zero è una cosa, ma qui ci sono 200 milioni di soldi pubblici. Il vizio di pagare il debito pubblico con volumetrie potete stare certi che con questa amministrazione finirà per sempre». Le parole di Berdini sono state durissime, anche nei confronti dei proponenti: «Questa opera porterà un beneficio nelle casse di qualcuno, ma non in quelle del Comune di Roma. L’Università La Sapienza ha detto che questa è la molla che risolleverà Roma. Io li vorrei vedere in faccia. Li porterei alla Bufalotta che doveva far ripartire la città come una molla. Ma se le cose stanno come dice La Sapienza, come mai Roma ha 13 miliardi di deficit, se c’è sempre questo futuro straordinario? Se lo Stato volesse, potrebbe portare al fallimento la città, mentre Roma sta sprofondando nei debiti e questa urbanistica che sembra poter risolvere le questioni ci porta nel baratro». L’assessore regionale all’Urbanistica, Michele Civita, presente all’audizione, ha commentato a caldo le parole di Berdini: «Se le modifiche proposte da Berdini si tramuteranno in atti, credo proprio che si bloccherà la Conferenza dei servizi. Questa non può che prendere in esame il progetto già presentato».
I TAGLI – Il senso delle parole di Berdini è sempre lo stesso: l’iter è in ritardo e non può essere fermato, con il rischio di una causa milionaria da parte della Roma. In serata, dopo che sono divampate le polemiche politiche, l’assessore ha focalizzato il suo intervento: «Continuano a dire che ho detto no allo stadio. Io ho detto il contrario». Secondo Berdini Tor di Valle non deve essere una spesa per la collettività. Per questo ha previsto il taglio della metà dei 440 milioni previsti inizialmente per le opere pubbliche. Ma se non tramuta in atto amministrativo il suo intervento, sono solo parole in libertà. Una delle opere più contestate è il ponte sul Tevere, a un chilometro di distanza da quello già previsto e denominato dei Congressi. In serata Berdini ha precisato la sua posizione perché nell’intervento è entrato in contraddizione con quanto aveva detto Frongia dopo l’incontro di martedì con i proponenti. Le altre opere che rischiano di saltare sono il prolungamento della metro B, la stazione di Tor di Valle, per la quale sono già stati avviati i lavori di ristrutturazione e i parcheggi pubblici, che secondo l’assessore non servono e quindi devono essere a spese della Roma. Ma i parcheggi incidono di pochissimo sulla cubatura.
LA VARIANTE – Ora Berdini deve fare la variante urbanistica entro un mese, farla votare per poi presentarla in Conferenza per mandare avanti l’iter. In Comune la stanno preparando, ma finora non hanno scritto nulla. Se toglie una parte sostanziale delle opere pubbliche, la Conferenza dei servizi si ferma perché il progetto non può avere modifiche sostanziali. Al termine dell’audizione in Commissione Berdini è uscito da una porta secondaria per non incontrare i giornalisti, mentre quando è arrivato è stato accolto dall’inno della Roma che Storace (era presente in Commissione) ha diffuso attraverso il microfono. Durante il dibattito ci sono stati duri botta e risposta. La Conferenza dei servizi ieri è slittata, proprio per i lavori della Commissione. Riprenderà giovedì prossimo.