La sicurezza prima di tutto e davanti a tutto. Anche davanti ad un derby, quello di Roma, che si annuncia con ampi vuoti sugli spalti. E’ questa la posizione della Lega, che non chiude la porta al dialogo con tutte le parti in causa, ma che, dall’altra parte, non transige sulla condivisione dell’obiettivo finale. Nella Capitale, come noto, il problema è relativo alle barriere che dividono ormai da oltre un anno le due curve. «Sia chiaro, non si tratta di un’iniziativa contro i tifosi – spiega il numero uno di via Rosellini, Maurizio Beretta – La segmentazione dei settori nasce da una doppia esigenza: garantire una maggiore sicurezza, ma anche evitare che, nel caso in cui vengano comminate sanzioni, le conseguenze siano a carico di tutti, senza distinzioni, mentre le colpe in realtà sono di pochi. Siamo profondamente dispiaciuti per i vuoti. Io, però, continuo a pensare che il derby possa essere un’occasione per superare problemi e divisioni».
OBIETTIVO SICUREZZA – In Italia, esiste un problema-spettatori che è sotto gli occhi di tutti e che va oltre Lazio-Roma. Anche le televisioni pressano per risolverlo, perché avere gli stadi pieni garantisce un prodotto migliore. Trovare una soluzione, insomma, è un’urgenza, che, tuttavia, non può prescindere da standard di sicurezza sempre più elevati. «E’ un diritto che deve essere riconosciuto agli spettatori – insiste Beretta – Anzi, proprio la sicurezza è uno strumento utile per richiamare il pubblico. Volendo anche nuovi potenziali fruitori. Nel momento in cui la gente si sente garantita, allora ha il desiderio di partecipare all’evento. E’ in questa direzione che dobbiamo andare. E deve essere chiaro a tutti, altrimenti non è possibile alcun tipo di dialogo o di confronto. Sotto questo aspetto, sono impensabili compromessi». Peraltro il presidente di Lega, in rappresentanza dei club della massima serie, sottolinea gli sforzi già fatti. «Alle società deve essere dato atto dei sacrifici che hanno affrontato e che continuano ad affrontare».
PERCORSO CONDIVISO – Per Beretta, comunque, la strada da intraprendere è soltanto quella della collaborazione tra tutte le parti coinvolte. «Bisogna inaugurare un percorso di dialogo tra noi (la Lega, ndr), le forze dell’ordine, le istituzioni e, a questo punto, un ruolo oggettivamente importante lo dovranno avere gli Slo». Vale a dire i Supporter Liaison Officer, una figura individuata dalle stesse società incaricata di relazionarsi con i tifosi. Anche le norme Uefa prevedono tale figura, da cui non si può prescindere se si vuole ottenere la licenza da parte del massimo organismo europeo. «Il confronto con i tifosi non può essere trascurato – conclude il presidente di Lega – A condizione che siano chiari e condivisi gli obiettivi, ovvero aumentare al massimo la sicurezza, da considerare un valore assoluto. A quel punto allora, si potrà ragionare assieme su come arrivarci. Le società e le autorità hanno già dato abbondanti segnali di disponibilità. Si tratta di fare un ulteriore passo in questa direzione».