Juve-Roma è la sua partita del cuore?
“Roma mi ha stregato e infatti ho deciso di abitarci. A Torino ho trascorso tre anni straordinari, poi i rapporti sono diventati un po’ tesi per la scelta di togliermi la stella allo stadio”.
Quali sono i compagni di squadra ai quali è rimasto più legato a Torino e Roma? “Il primo nome che mi viene in mente è Furino, ma non posso dimenticare Bonini, Rossi, Platini e Tardelli. Nella Roma ho legato con tutti, a cominciare da Nela, Conti, Giannini, Desideri, Di Carlo, senza dimenticare Voeller. Ricordo ancora quando in ritiro a Vipiteno non sapevano con chi metterlo, visto che parlava soltanto tedesco. Mi sono fatto avanti, in camera gli spiegavo come imparare l’italiano. “Rudi, guarda il telegiornale, così associ le immagini a quello che dicono”. Bastava però che mi girassi un attimo e subito cambiava, mettendo quei canali tirolesi che cantano 24 ore al giorno”.
Domenica si gioca Juve-Roma. Senza Abraham, quanto perderebbero i giallorossi? “Un calciatore non fa la squadra. Prima che arrivasse lui c’era Shomurodov che segnava un gol a partita. Detto questo, Abraham è fortissimo. Per fisicità e potenza mi ricorda Adebayor, ma anche Altobelli”.
Tornando calciatore, le piacerebbe essere allenato da Mourinho o Allegri? “Lei ha deciso di farmi litigare (ride, ndr). Entrambi bravissimi, ho un debole per Mourinho”.
Le è capitato di sentire Zalewski dopo lo scivolone mediatico dei giorni scorsi? “In realtà ho sempre parlato di più con suo padre. Mi si stringe il cuore a ripensare a quanto mi diceva negli ultimi tempi: “Guarda tu Zibì come è strana la vita. Ora che potevo iniziare a godermi mio figlio, mi tocca forse sparire”. Per quanto riguarda il ragazzo, abbiamo avuto tutti 19 anni. È stata una cazzata, Nicola è un ragazzo straordinario. Mi dispiace che abbia rinunciato alla Polonia, avrebbe giocato con San Marino”.
Le è scaduto il secondo mandato a capo della federazione polacca… “Ora sono vice presidente della Uefa ma è un ruolo che non mi preclude di fare altre cose”.
Ad esempio il dirigente in una squadra di club? “La fermo subito. Ho conosciuto i Friedkin e se un domani dovessero aver bisogno, si potrebbe parlare. Non sono uno che si propone. A 65 anni sto bene così”.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina