Fonseca va finalmente all’incasso e oggi accoglie il quinto difensore centrale della rosa, probabilmente il più vicino a quello chiesto da tempo a Petrachi (e ufficializzato anche in pubblico): ecco Chris Smalling, 30 anni da compiere il prossimo 22 novembre, in arrivo da Manchester.
La Roma lo prende in prestito e versa 3 milioni allo United. L’inglese è sicuramente «esperto» e, se c’è da rincorrere l’avversario, pure «veloce». L’identikit tracciato dal portoghese, insomma, corrisponde alle caratteristiche del nuovo acquisto. Ovviamente non giocherà il derby di domenica e sarà disponibile solo dopo la sosta. Meglio tardi che mai, però.
COPPIA SCONTATA – Smalling, del resto, è qui per fare il titolare. In tandem con Fazio, al quale la società giallorossa ha appena rinnovato il contratto. È alto 193 centimetri, ha più forza che qualità, usa il piede destro come il futuro compagno e ha presenza nel gioco aereo.
Più concreto e navigato di Jesus, porta nel gruppo personalità e fisicità. Ma Fonseca deve prima guardare al presente. Cioè alla Lazio, sapendo di non poter contare sull’inglese. Il reparto arretrato, soprattutto in mezzo, è vulnerabile: il tecnico ne ha avuto la conferma contro il Genoa.
SCELTA MINIMA – Nel derby esce momentaneamente di scena Jesus: dopo le gaffe di domenica scorsa, meglio non perseverare e lasciarlo fuori. Gli altri centrali a disposizione, in attesa di Smalling, sono gli altri 2 nuovi: Mancini e Cetin. L’azzurro, entrato in corsa contro i rossoblù di Andreazzoli proprio al posto di Jesus, è più avanti rispetto al turco che domenica sarà convocato per la prima volta.
La difesa, comunque, è sotto pressione: il portoghese lavora per proteggere meglio la linea a 4. Non solo in mezzo, anche sui lati. Zappacosta ha qualche chance di giocare dall’inizio a destra, anche perché l’allenatore vuole bloccare uno dei terzini, ed è più difensore di Florenzi che ha la possibilità di avanzare nel rombo offensivo da esterno sinistro.
SCARSA COPERTURA – I singoli, Fazio compreso e non solo Jesus e Mancini (quando è stato chiamato in causa, a metà ripresa), hanno steccato contro il Genoa: fatali i loro errori. Ma la fragilità difensiva appartiene anche agli altri giocatori. I terzini e ancora di più i centrocampisti e gli attaccanti.
È mancato il comportamento da squadra. Reparti slegati e spesso distanti tra loro. In sintesi: la Roma è stata dominante solo nella fase offensiva, staccando la spina quando avrebbe dovuto proteggere, con il pressing e il sacrificio, la porta di Pau Lopez. Diawara (o Veretout) può essere utile per schermare il reparto arretrato. Il coinvolgimento, però, deve essere di gruppo e non individuale.
FONTE: Il Messaggero – U. Trani