Del rapporto tormentato tra Francesco Totti e Fabio Capello si è detto molto fin dai tempi in cui, insieme, hanno portato a vincere il terzo scudetto. Ieri l’ex allenatore è tornato a parlare della sua esperienza nella Capitale e del suo rapporto con l’ex capitano. “Ho sempre chiesto e dato rispetto ai giocatori, devi essere capitano non solo per lo scambio del gagliardetto ma leader in tutti i momenti: volevo fosse così“. Non esattamente un attestato di stima nei confronti di Totti, che probabilmente per Capello rappresentava in pieno il suo stereotipo del romano e di una piazza che non ha mai del tutto digerito.
“Non è una leggenda che uno scudetto a Roma valga più che a Milano o Torino. Se hai la squadra riesci a vincere anche lì, ma il difficile viene dopo: si continua a festeggiare per mesi e non si ha più voglia, concentrazione, attenzione. Quando arrivai la squadra era forte ma dopo un anno capimmo che serviva un giocatore che facesse la differenza, e fu fatto un sacrificio per Batistuta, che fu fondamentale. L’ambiente per me non era un problema, io con le radio private non ero disponibile a parlare di quello che succedeva nello spogliatoio. Tanto lo sapevano comunque, perché a Roma si sa tutto: i giocatori, i procuratori, qualcuno che chiacchera c’è sempre. È difficile mantenere un segreto“
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini