Stavolta sarà tutto diverso. Il cordone ombelicale è stato reciso, Gianluca Caprari non è più la giovane promessa della Roma. Ora il talento nato nel quartiere capitolino La Rustica e cresciuto nel club giallorosso è di proprietà dell’Inter, che lo ha lasciato in prestito in riva all’Adriatico dopo l’ottima stagione in B (13 gol). In Nazionale l’attaccante biancazzurro ha rimediato un colpo al piede che mette in dubbio la sua presenza, ma farà di tutto per esserci. Domani rivedrà tanti vecchi amici, a cominciare da capitan Totti a cui a fine partita chiederà la maglia. Ma se dovesse segnare darà sfogo alla sua gioia, a differenza di quel pomeriggio di aprile 2012 quando realizzò il gol dell’1-1 con la casacca del Pescara. E ieri il 23enne attaccante biancazzurro è stato ospite della redazione del Centro raccontandole sue emozioni a poche ore da una gara speciale.
Caprari, cosa proverà domani all’Olimpico? «Sarà un pomeriggio particolare. Sono cresciuto a Roma e resto legato alla maglia giallorossa e ai tifosi. Però dopo il fischio d’inizio mi concentrerò solo sulla gara, che per noi è importantissima. Mi auguro di superare il problema fisico, ci tengo molto ad esserci e ad aiutare i miei compagni ad uscire da questa brutta situazione».
Pronto a sfidare il suo idolo Francesco Totti? «Sarà un piacere rivederlo. Quello che ha fatto con la Roma è ineguagliabile. E ovviamente a fine partita gli chiederò la maglia».
Ha pensato ad un gol alla sua ex squadra? «Sì, spero di riuscire a segnare. E stavolta esulterei. Stiamo vivendo un periodo nero, dopo 13 partite zero vittorie sul campo, perciò il morale non è dei migliori. Ci serve un risultato positivo».
Quando la Roma l’ha ceduta al Pescara ci rimase male. Nessun rancore? «Assolutamente. Devo solo ringraziare la società giallorossa che mi ha permesso di diventare un calciatore. Ormai sono qui da sei anni, a Pescara mi sento a casa. Ho vissuto momenti belli e brutti. Certamente la promozione della passata stagione resterà un’ emozione indimenticabile, così come quella del 2012. Adoro il mare e mi piacciono i pescaresi. Vivono di calcio, sono molto esigenti, ma nei momenti bui ci sono stati sempre vicini. Certo, ho subìto anche critiche, specie dalla tribuna a volte volano parole grosse, però tutto questo fa parte del gioco». (…)