Forse ha ragione Luciano Spalletti che andando avanti questa competizione potrà regalare soddisfazioni al pari della Champions. C’è parecchio da fidarsi, perché per il momento Pilsen vale giusto un occhio assonnato e non certo un avversario/stadio che regala motivazioni. Da queste parti si viene per scoprire un po’ di storia della birra, diventata famosa in tutto il mondo quando hanno capito come farla assomigliare nel colore a quella della Baviera. Questa è la Boemia: ti giri e un negozio ogni due porta l’insegna con il nome Zeman, cognome assai diffuso. Lui che ha sempre litigato con la fase difensiva, pare un postit per Luciano Spalletti: ricordati che devi difendere. Perché la Roma di questo inizio di stagione regala gioie più o meno a qualsiasi attaccante avversario: otto gol incassati in cinque partite ufficiali. E in Europa l’andamento è da allarme rosso: subita almeno una rete in 31 delle ultime 32 partite, roba che se lo scopre la Uefa il ranking giallorosso si abbassa ancora di più.
SEGRETI – E allora sarà bene sincronizzare qualche meccanismo, prima di brindare a birra. «È vero, in difesa dobbiamo migliorare — ha ammesso Spalletti —. Siamo stati costretti a cambiare spesso uomini, molti sono arrivati all’ultimo momento, però avremmo potuto e dovuto fare di più. E vogliamo riuscirci ora: è un reparto su cui stiamo lavorando forte. Giocherà Fazio, merita di farlo». Lo farà in coppia con Manolas al centro, Bruno Peres a destra, Juan Jesus a sinistra: questa sarà stasera. E la novità ha il faccione sorridente dell’ex Siviglia, che in un ottimo italiano ha ricordato che «sì, ho alzato tre volte l’Europa League (la prima col Siviglia nel 2006-07 in realtà senza mai giocare, ndr). Come si fa? Semplice: iniziamo a prendere 3 punti qui». Per poi… «Dobbiamo vincere questa coppa, così facendo avremmo accesso diretto alla prossima Champions». E allora sarà bene migliorare quel terribile 31 su 32: «Ma non è solo un discorso di noi difensori — chiude Fazio —, si gioca in 11 e la fase difensiva riguarda tutti, anche gli attaccanti». Detto nella patria di Zeman fa un po’ impressione.