No news, good news, dicono in area anglosassone. Può valere anche sul mercato se la questione riguarda un delicato rinnovo contrattuale. E così a Trigoria si può respirare: Kostas Manolas è calmato, ha superato la fase critica, ha accettato l’idea di rimanere alla Roma e di rimandare al prossimo anno ogni desiderio di trasgressione. In realtà qualche movimento attorno al suo nome ancora va registrato, in attesa del verdetto del playoff di Champions League che può orientare ogni valutazione. Ma fino alla doppia sfida contro il Porto, non ci saranno sorprese: sarà Manolas, in coppia con Vermaelen, a proteggere la squadra per aiutarla a raggiungere il tabellone delle 32 finaliste.
RINNOVO – Sabatini ha parlato chiaro al giocatore già durante il ritiro di Pinzolo quando il procuratore, stimolato dall’Olympiacos che aveva interesse a provocare la rottura per incassare il 50 per cento degli introiti sull’eventuale cessione, cercava di forzare la mano: è inutile scaldarsi tanto, caro Kostas, perché non esiste la possibilità di una separazione immediata. Nello stesso tempo la Roma ha garantito di volere onorare una promessa vecchia di un anno: il rinnovo contrattuale a cifre più alte rispetto a quelle di adesso, circa 1,8 milioni netti a stagione più i bonus. Tutto a mercato chiuso però, i primi di settembre. Sabatini non arriverà alle offerte che Manolas dice di aver ricevuto dall’Inghilterra, quindi dai 4 milioni in su. Ma adeguerà lo stipendio fino a toccare i 3, bonus inclusi, senza neppure sfiorare la durata, che rimarrà alla scadenza del 30 giugno 2019.
SILENZIO – Manolas non ha ancora dato una risposta definitiva. Ed è rimasto senza parlare (in pubblico) sia nel ritiro trentino che durante la tournée nordamericana. Meglio tacere quando ogni parola crea confusione. La Roma, dal canto suo, non si aspetta un nuovo caso-Benatia ma è pronta a confrontarsi con il manager alla fine del mese, quando sarà chiaro il destino europeo della squadra. Se Manolas dovesse nuovamente manifestare il desiderio di andare via, si cercherebbe un accordo che possa aiutarlo a ragionare.
IL RETROSCENA – Perché la Roma non vuole vendere Manolas, come hanno spiegato sia Pallotta che Spalletti, ma a un certo punto ha avuto davvero paura di perderlo. Così si spiegano i contatti con Ezequiel Garay, centrale argentino con passaporto spagnolo dello Zenit San Pietroburgo. In caso di emergenza, e quindi di divorzio, Sabatini si sarebbe fiondato a San Pietroburgo con l’idea di prendere Garay, che Spalletti in Russia ha soltanto sfiorato: è stato esonerato a inizio 2014, mentre il colosso argentino è arrivato allo Zenit dal Benfica il giugno seguente per 15 milioni.
APPUNTAMENTO – Il quadro comunque adesso appare più sereno. Sabatini sa che perdere un pilastro della difesa, dopo aver già inglobato cinque giocatori in quel reparto, potrebbe essere molto rischioso. E quindi cercherà di imporre la sua volontà a Manolas, non diversamente da quanto accaduto con Nainggolan (che però aveva detto da subito di voler rimanere alla Roma). Magari attraverso una nuova promessa: non te ne vai quest’anno, ci saluterai nell’estate del 2017. Quando non esisteranno più impegni di natura contrattuale che obblighino la Roma a spartire la plusvalenza con l’Olympiacos.