Il caso Petrachi era davvero l’ultima cosa che occorreva alla Roma, ma la realtà a volte non si può modificare. Allora tocca a Fonseca il compito di preservare la squadra da qualsiasi sussulto emotivo esterno. Perché davvero in questo finale di stagione il club giallorosso si gioca molto del proprio futuro. La delusione umana però è palpabile all’interno della Roma.
Nessuno si aspettava che Petrachi, arrivato alla prima vera (e assai ricca) occasione della carriera, perdesse il controllo. Si conoscevano i suoi limiti dialettici, ma nessuno si aspettava modi tanto rudi o un’autoreferenzialità che gli facesse utilizzare sempre il termine “io“, accusando la dirigenza di non volergli far fare “il Petrachi“, come se esistesse una figura codificata.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini