Mentre gli uffici comunali, dopo aver ricevuto tutti i vari pareri, sono ormai pronti a dare il via libera tecnico al progetto Stadio della Roma di Tor di Valle, quella di ieri è stata una giornata di triangolazioni telefoniche per cercare di trovare una soluzione politica accomodante. Giornata condita con il solito fuoco pirotecnico declaratorio dell’assessore Berdini. Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, prima al telefono con il sindaco Raggi. Poi con il proprio assessore regionale all’Urbanistica, Michele Civita. Poi quest’ultimo a colloquio con il vicesindaco, Luca Bergamo. Ovviamente, la questione è tutta politica. Dal Comune vogliono sapere quale sarà l’atteggiamento della Regione di fronte alla richiesta di una sospensione per 30 giorni della Conferenza di Servizi. La risposta della Regione è sibillina: intanto richiesta scritta. E, poi, «se ben motivata», si può accettare. Traduzione: il Campidoglio non pensasse nemmeno per idea di parlare, dopo i 3 mesi in cui ha avuto il progetto in mano e i 5 dell’intera Conferenza, di «controllo di legittimità». L’unica possibilità contemplata in Regione è il completamento della procedura urbanistica.
Altra questione è la tempistica della presentazione della richiesta di sospensione. Il Campidoglio ha domandato alla Regione se può essere depositato direttamente il 31 in Conferenza. E dalla Regione la risposta è il gradimento per un deposito in anticipo per evitare sorprese e poterlo valutare adeguatamente. Trenta giorni, però, che, da quanto si apprende, più che per la procedura urbanistica, potrebbero servire per convincere gli ultimi 3 consiglieri grillini recalcitranti al sì al progetto stadio (per altro, ancora senza alcun taglio di cubature) e, quindi, presentare il gruppo pentastellato come unito. Anche l’assessore Berdini è tornato sul tema, a margine di un incontro. Alla domanda se c’erano novità, ha risposto così a pagineromaniste.com e laroma24: «No, non so niente». E detto dall’assessore all’Urbanistica… Incalzato sulla seduta del 31 della Conferenza e sull’essere “decisoria”, l’Assessore ha replicato con un criptico: «dovrebbe» e che non finirà il 31. Poi il leit motiv preferito di Berdini, sul taglio delle cubature: «Bisogna tornare al piano regolatore». Dopo di che, l’altro ritornello: «Tanto c’è tempo, non ci sono ancora i pareri. Prenderemo un altro mese, come prevede la legge: ancora non ci danno la convenzione, ce l’hanno data 7 giorni fa. Abbiamo il diritto». Ultima, una annotazione politica: le vicende giudiziarie del sindaco Raggi, secondo Berdini, non cambieranno le cose: «Mi sembra una cosa da niente».