Una Lazio da Champions, una sfida da Premier, una Roma che alla fine si prende un punto che vale il triplo. Un derby mai visto e ilfatto che fosse alla seconda giornata naturalmente non c’entra niente. Quello che colpisce è tutto il resto, la combinazione di spettacolo, emozioni, quattro pali, due traverse, gioco offensivo, velocità e ribaltamentitattici e filosofici. Un lungo romanzo in 90’ che il rigore di Kolarov e il pari di Luis Alberto – soltanto due gol, un peccato mortale – faticano a spiegare. Perché c’è molto di più. Dalle prospettive devastanti di Correa in coppia con Immobile ai passi avanti (e qualcuno indietro) di Zaniolo.
Dall’atteggiamento sorprendente di Inzaghi alla paura che spinge Fonseca a rinnegare per una serata i suoi principi. Ne esce sublimata l’immagine della Lazio, forse la squadra più bella oggi in A. Finisce 1-1 ed è un risultato meno sincero del 4-3 di Juve-Napoli. Poteva essere una goleada. È stata la conferma di un’impressione: non sarà una stagione banale, non ci sono finali scritti in anticipoeil nostro pallone sta forse cambiando, come urlano anche gli altri risultati.
Un derby al contrario. Tutti ad aspettarsi una Roma alla Fonseca, all’attacco, pressing alto, un po’ sbilanciata e a rischio contropiede, l’identikit di inizio stagione, e dall’altra parte una Lazio maestra nel chiudersi e ripartire in velocità. Tutto il contrario. La botta con il Genoa deve aver suggerito al portoghese che a queste latitudini l’ideologia può essere un lusso, soprattutto se conosci i tuoi limiti. E così la Roma tenta di fare la Lazio, senza avere però le caratteristiche, restando bassa nella sua metà campo e aspettando per ripartire. Non è chiaro se la strategia romanista costringa Inzaghi ad adattare in corsa i suoi piani, oppure se la sceneggiatura alternativa fosse studiata: propendiamo per la seconda ipotesi.
In ogni caso è la Lazio che fa la Roma, non lascia uscire i giallorossi, li accerchia, li soffoca, li obbliga a subire oltre venti tiri su Pau Lopez o dalle sue parti. Eppure è la Roma che va in vantaggio.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – F. Licari