Attaccata alle grandi, a tre punti dalla capolista Inter, come due settimane fa, ovvero prima dei blackout con Napoli e Cagliari. Il Como è delizioso, ma i giallorossi lo sono di più. Vince l’arroganza di una squadra sempre più ambiziosa e concreta, nonostante qualche passaggio a vuoto. Lo segna Wesley il colpo da tre punti, sotto la Sud, l’Olimpico è in delirio e torna a rivedere le stelle. E’ la quinta vittoria per 1-0, la settima di misura: la faccia di una Roma impenetrabile e solida. Applausi.
Il quarto posto è blindato, almeno per le feste di Natale, sono quattro le lunghezze in più della Juve, quinta, e prossima avversaria della Roma. Ma questa è una squadra che non si pone limiti, come spesso invita a fare il suo allenatore, nonostante certe difficoltà strutturali e una rosa carente in certi reparti, non tanto nel numero quanto nella qualità. Lo scudetto è un sogno, lasciamo che venga cullato. La vera ricchezza dei giallorossi è nell’allenatore e non si nota tanto in ciò che sta facendo nella Roma, quanto in quello che non è riuscita a fare l’Atalanta da quando se n’è andato.
Gasp contro Fabregas, il vecchio e il nuovo, ma entrambi modernissimi. La partita non è spettacolare, è molto tattica: il giro palla del Corno contro le aggressioni romaniste. Le occasioni per farsi male non sono nitide ma ci sono da entrambe le parti, con la Roma che domina il possesso e si avvicina al vantaggio almeno in un paio di occasioni con Ferguson e in una con Soulé, che ha nei piedi la magia delle serate da ricordare. […] Nel match tra la Roma e il Como c’è un mix di classe e di agonismo, giocate raffinate e lotta.
Come dato di cronaca del primo tempo: la Roma protesta per un rigore non concesso da arbitro e Var per un pestone di Ramon su Ndicka. Ma questi, di solito, non sono falli? Non lo capiremo mai. Ma quando la palla da un terzino, Rensch, finisce all’altro terzino (via Soulé), Wesley, si materializza il credo di Gasp: gol del brasiliano e la Roma è, meritatamente, in vantaggio dopo sedici minuti della ripresa.
FONTE: Il Messaggero











