La sua prima vittoria Mourinho non ha voluto godersela fino in fondo, evitando la festa sotto la curva: al fischio finale, dopo aver salutato Sarri, è filato negli spogliatoi, «perché volevo andare a casa». Eppure è stata la più “mourinhana” delle vittorie della sua Roma: un 3-0 disegnato a tavolino nei dettagli, fin dall’esclusione di Zaniolo, troppo smanioso di giocarlo, questo derby. Rinunciandovi, Mourinho ha costruito un centrocampo densissimo, dove la Roma ha vinto la partita. Il grosso lo ha fatto Abraham: 2 gol, in questo 2022 solo Lewandowski in Europa ha segnato di più. In tutto sono 23 stagionali, 15 in campionato.
Ha stravinto il duello a distanza con un impalpabile Immobile — e a quattro giorni dai play-off per i Mondiali non è una gran notizia — e ripetuto per l’ennesima volta che, oggi, la Roma è soprattutto lui. Una prima volta anche per questo ragazzo di 24 anni che da bambino amava il teatro e a Roma ha trovato il proprio palcoscenico, incendiando la folla con gestualità vistosa per un pallone recuperato, un angolo conquistato. Non lo ha sfiorato un fugace “buu” dopo una rincorsa a Felipe Anderson, a cui ha risposto mostrando i muscoli. È così, Tammy: quando il gioco si ferma, palleggia come un ragazzino. Prima di entrare in campo alza le braccia, chiude gli occhi e rivolge al cielo qualche parola.
FONTE: La Repubblica