Un giovane talento se ne va e solleva legittimi interrogativi: perché la Roma si priva di un’ala veloce e promettente? Eppure la cessione di Riccardo Ciervo al Sassuolo rientra in una strategia, non risponde al criterio della necessità. Non sono i 2 milioni che entreranno a giugno, dopo l’obbligo di riscatto stabilito tra le parti, a ingolosire i Friedkin. La ragione è un’altra e ricalca più o meno esattamente la scelta effettuata durante la gestione Pallotta con Davide Frattesi, venduto sempre al Sassuolo e oggi centrocampista molto richiesto sul mercato.
Perché non darlo in prestito con riscatto e controriscatto? Perché nessuna società avrebbe accettato questa soluzione, senza inserire una clausola di riacquisto molto alta. E così la Roma ha preferito vendere Ciervo conservando una percentuale sulla futura rivendita, così articolata: il 25 per cento se la cifra sarà contenuta entro i 10 milioni; il 20 per cento se si andrà oltre. In pratica la Roma diventa socio di minoranza del cartellino. Così come fece anni fa con b, finito al Sassuolo insieme al terzino Marchizza (appena operato al crociato: auguri).
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida