Nella sostanza, sembra non sia cambiato molto. Neppure nelle facce. Ogni volta che si parla della stadio, ecco che le palpebre si abbassano e i menti si allungano. Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma, esce nel gelo davanti al Campidoglio dopo quasi tre ore di incontro con addosso la maschera dell’incredulità. Ha dovuto rispiegare l’intero progetto metro cubo per metro cubo. Di nuovo nel loop, vorremmo fare questo, voi che cosa dite?
L’ITER – Non può raccontarla così, naturalmente. Ma quasi lo fa: «Non è stata una riunione in cui si doveva decidere qualcosa, bensì una lunga presentazione del nuovo stadio. Lo abbiamo illustrato ai membri della giunta e del consiglio comunale che ancora non avevano avuto modo di vederlo. Sono arrivate domande, commenti e osservazioni che eventualmente si possono aggiungere al progetto. Ma questo non interferirà con l’iter amministrativo in conferenza dei servizi». Oltre che lungo, l’incontro è stato dunque affollato. Lo stato maggiore dell’iniziativa stadio c’era tutto, con la sola assenza del presidente della Roma, James Pallotta: Baldissoni, il responsabile David Ginsberg, il costruttore Luca Parnasi, l’amministratore delegato Umberto Gandini. Dall’altra parte coloro che volevano ascoltare, appunto, e soprattutto il vice-sindaco Daniele Frongia e l’assessore all’urbanistica Paolo Berdini. Berdini di solito non ha peli sulla lingua, salvo che in queste circostanze. Si è allontanato alla chetichella. Ha rilasciato dichiarazioni pubbliche solo Frongia, e qui sì che qualcosa è cambiato. «I proponenti e il Comune hanno lo stesso obiettivo: portare avanti progetto stadio. Noi abbiamo avanzato alcune domande e valutazioni. Sono previsti altri incontri, nel rispetto dei tempi della conferenza dei servizi».
SEGNALI – Il cambiamento sta nella lettera. Sinora i rappresentanti del Movimento 5 Stelle dello stadio avevano parlato solo per doppie negazioni: non siamo contrari, non ci sono impedimenti, cose del genere. Adesso Frongia dice che «l’obiettivo è realizzare il progetto». Il punto diventa: quale progetto? Su questo argomento lì dentro il Palazzo Senatorio, nell’ufficio del vice-sindaco, di qua e di là hanno anche alzato la voce. Di fatto Berdini ha insistito sulle sue richieste, che vanno dalla modifica del piano sui trasporti e sulla mobilità al taglio della costruzione del ponte. Mentre, a quanto sembra, non è stata pronunciata parola sui grattacieli che tanto scandalo hanno suscitato nelle coscienze urbanistiche. La frase di Frongia dimostra che, in effetti, qualcosa è cambiato, anzi molto. L’anatema sullo stadio è stato cancellato. Dall’altra parte, la Regione continua ad aspettare segnali ufficiali da parte dell’amministrazione comunale. Se volete cambiare il progetto, dovete votare nuovamente la delibera sul pubblico interesse. Per adesso la conferenza dei servizi, la cui prossima riunione è in programma domani, discute sul disegno così com’è. La Roma intanto ragiona intorno al modo migliore di strizzare l’occhio al Comune: seppure devo perdere altri quattro mesi (ma possono anche essere due, se ci si attiene rigidamente alla legge) per aspettare la votazione sulla variante al piano regolatore, che cosa volete sia al confronto dei cinque anni già trascorsi da quando sono partito con lo stadio. Nuovo vertice a breve.