L’impronta di Mou è già visibile sulla Roma: la squadra è un blocco unico, pochi svolazzi e tanta concretezza, ma anche sprazzi di bel gioco, rapido e verticale. Del resto, con quel centrocampo e i trequartisti che si ritrovano, i giallorossi sembrano in grado di coniugare prosa e poesia, con Abraham terminale perfetto.
Lo Zorya con l’arrivo di Viktor Skrypnyk si è trasformato nella terza forza del campionato ucraino alle spalle di Shakhtar e Dinamo. Si tratta di una squadra qualitativamente poco equilibrata, piuttosto competitiva dalla mediana in avanti ma carente nelle retrovie. Buono l’impatto dei due arrivi: Owusu (dalla seconda squadra) e Cristian (dalla B brasiliana).
Capitolo CSKA Sofia: è qui per aver vinto la Coppa bulgara, ha tre nazionali (Yomov il più forte) e ha cambiato tecnico da un paio di mesi: Mladenov è al suo quinto step a Sofia. Ha perso il difensore Antov (al Monza) e ha eliminato i cechi del Viktoria nel playoff ai supplementari. Il pericolo è l’ecuadoriano Caicedo, 10 gol in 19 gare nel 2020-21, accanto ha l’olandese Wildschut (dal Maccabi Haifa).
L’ultima avversaria è il Glimt: è molto diverso da quello che un anno fa spaventò il Milan in Europa League, poco prima di laurearsi campione di Norvegia per la prima volta nella sua storia. Smantellato il tridente offensivo Hauge-Junker-Zinckernagel, a fare gol ci pensano Erik Botheim e Amahl Pellegrino, tornato dopo un’infelice esperienza in Arabia Saudita. In panchina c’è sempre il mago Knutsen.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – Sportweek