Oltre al presidente giallorosso James Pallotta, sono in quattro a voler subentrare a Eurnova per realizzare lo Stadio della Roma di Tor di Valle. L’accelerazione – anche se in Campidoglio non amano questa parola – impressa al dossier Stadio nelle ultime due settimane ha portato cinque investitori a bussare alla porta di Eurnova per capire quali sono i margini di manovra. Pallotta, Gavio, Girondi più un investitore dell’Estremo Oriente e uno australiano che hanno notato come, nelle ultime due settimane, i tecnici del Comune e quelli dei proponenti si sono riuniti già sei volte per discutere il testo della Convenzione urbanistica (il contratto vero e proprio) che dovrà essere votato dal Consiglio comunale più o meno contestualmente con la variante urbanistica. Iniziando a far vedere la luce sulla fine di questo travagliato iter. Dal 13 giugno – data della deflagrazione dell’inchiesta Rinascimento con l’arresto di Luca Parnasi, patron della società Eurnova, partner della Roma nel progetto Stadio; di Luca Lanzalone, l’avvocato factotum della Raggi e dei 5Stelle chiamato a sciogliere i nodi amministrativi del dossier; di Adriano Palozzi, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio; e di Michele Civita, ex assessore all’Urbanistica della Giunta Zingaretti – a inizio ottobre le agende avevano riportato solo un incontro, formale e di cortesia, fra il nuovo management di Eurnova e il direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti, e l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori. Quindi, sei incontri in una decina di giorni, se non un’accelerazione, sono una nuova normalizzazione dei rapporti fra Comune e proponenti. Una normalizzazione che stuzzica gli investitori, rimasti alla finestra nel trimestre successivo gli arresti. Eurnova non costruirà lo Stadio: non è una società di grandi costruzioni di ingegneria edile.
Eurnova è una società che sviluppa progetti e la sua partecipazione, come già era chiaro sin dall’inizio dell’iter, terminerà piu o meno totalmente, subito dopo l’approvazione finale del progetto. Quelli in corso questi giorni sono ancora contatti preliminari, non ancora formalizzati ma i nomi che circolano sono di tutto rilievo: James Pallotta e il suo Fondo Raptor che mantengono una ovvia corsia preferenziale. Per gli altri nomi, si tratterebbe di quattro grandi investitori, due italiani e due stranieri. Per gli italiani, uno dei due nomi è quello di Giorgio Girondi del gruppo Ufi Filters che realizza filtri per l’industria automobilistica. L’altro è quello del Gruppo Gavio, uno dei principali gruppi industriali del Paese, attivo nelle costruzioni, ingegneria, concessioni autostradali, trasporti, nautica, tecnologia. Per i fondi esteri, Pallotta e Raptor a parte, si tratterebbe di fondi di investimento riconducibili uno all’Oceania e l’altro all’Estremo Oriente, entrambi con uffici in Italia. Nomi top secret, ovviamente, ma l’identildt è di fondi di investimento e non di potenziali costruttori di grandi opere edili. Insomma, finanziatori pronti a rilevare il 100% della quota di Eurnova del pacchetto una volta che il ruolo di sviluppatore della società già di Parnasi sia esaurito con l’approvazione finale del progetto. Ecco, dunque, che il riallacciarsi dei rapporti fra uffici tecnici comunali e proponenti in vista della redazione della Convenzione urbanistica che andrà sottoposta, con la variante, al voto dell’Assemblea Capitolina viene visto da questi investitori come un riavvio dell’iter, giunto comunque alle ultime curve. Ultime curve, ovviamente, se della Procura di Roma – al di là della posizione processuale dei singoli – non interverranno nuovi provvedimenti che investano l’iter del progetto fino ad oggi escluso da qualunque sospetto di manipolazione illecita.
Non a caso – secondo Radio Campidoglio – pochi giorni fa militari dell’Arma dei Carabinieri sarebbero andati dal direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti, per approfondire la questione del doppio voto proprio sulla variante. L’obiezione – sollevata in due diversi esposti – mossa agli uffici comunali è che, prima di procedere alla pubblicazione delle carte sulla variante urbanistica, fosse necessario un voto preliminare di adozione in Consiglio Comunale “nella prima seduta utile”. La mancanza di questo voto, secondo le denunce, costituirebbe un vantaggio economico per Parnasi. L’argomentazione usata dal Comune per rispondere è articolata su due elementi. Da una parte, viene specfficato che per “prima seduta utile” non va intesa la prima A semplicemente in termini di tempo ma quella prevista dalle norme urbanistiche legate alle procedure di adozione della variante, quindi la “prima” seduta utile è quella successiva alla cosiddetta “fase pubblicistica”, cioè pubblicazione della variante, osservazioni e controdeduzioni. Inoltre, adottare in via preliminare le carte cosi come uscite dalla Conferenza di Servizi regionale, avrebbe comportato la necessità di convocare una seconda Conferenza di Servizi, non prevista dalle norme, per controllare i diversi adeguamenti al progetto determinati dall’esito delle votazioni sulle osservazioni alla variante. Infine, sul presunto “vantaggio economico” per i proponenti, il Comune ritiene che sia difficile trovare un vantaggio economico a favore di un solo privato, senza altri concorrenti, che ha presentato un progetto di cosi ragguardevole entità da non risentire della necessità di dover adeguare numerose volte le tavole progettuali. Intanto, dal Campidoglio – sul cui sito ancora non risulta pubblicato – filtra la notizia che la determinazione per l’affidamento al Politecnico di Torino della procedura di verifica sugli studi sulla Mobilità è stata firmata alla fine della scorsa settimana dal direttore del Dipartimento Mobilità, Gianmario Nardi.
Nello specifico, trova conferma la notizia, anticipata da Il Tempo a inizio agosto, che l’ateneo torinese non dovrà effettuare veri e propri nuovi studi sul traffico inserendo ulteriori variabili (più orari e più scenari rispetto agli attuali due) ma si dovrà limitare a verificare la congruità di quanto prodotto da Eurnova – e già vagliato sia dal Dipartimento Mobilità che da Roma Servizi per la Mobilità che, tra l’altro, aveva fornito a Eurnova software e dati di calcolo nonché l’indicazione di quali simulazioni effettuare – e allegato al progetto. Insomma, praticamente il Campidoglio vuole appurare se i calcoli sono corretti e l’area dello Stadio si svuoterà effettivamente entro un’ora e mezza dal fischio finale delle partite. E anche se dal Comune non amano la definizione, si tratta solo di ottenere un bollino blu che rassicuri i consiglieri di maggioranza quando – difficilmente prima del nuovo anno – dovranno votare la variante e la convenzione urbanistica.