Lo spogliatoio della Roma è diventato un lungo cavo dell’alta tensione: basta sfiorarlo per accendere scariche elettriche. Nell’intervallo della partita di Firenze, sul risultato di 3-1, il nervosismo è esploso in una lite furibonda tra l’allenatore, Ivan Juric, e un giocatore molto influente, il fiorentino Gianluca Mancini. Prima di raccontare quello che le telecamere non hanno svelato, occorre ricordare che all’inizio del secondo tempo Mancini non è rientrato in campo, perché Juric lo ha sostituito con Baldanzi. La squadra, prima che riprendesse il gioco, si è riunita in circolo per farsi forza ma non ha comunque reagito, incassando velocemente il quarto gol del rimpianto ex, Edoardo Bove, arrendendosi senza condizioni alla superiorità della Fiorentina.
Ora però torniamo nello spogliatoio della Roma, intorno alle 21.35 di domenica sera. Alla scena hanno assistito tante persone, anche della squadra avversaria, perché Mancini era molto agitato per la situazione di caos e impotenza che si era venuta a creare nel primo tempo. Con la porta rimasta aperta, Juric è entrato e ha rimproverato Mancini per il comportamento. La risposta non si è fatta attendere e non è stata esattamente gentile. A quel punto l’allenatore avrebbe reagito scagliando all’indirizzo del “ribelle” una bottiglietta d’acqua. Mancini, che ha il suo carattere, ha accettato lo scontro fino al faccia a faccia.
A questo punto le versioni divergono. C’è chi giura che i due si siano scontrati anche fisicamente, prima che intervenissero altri giocatori e uomini dello staff tecnico a separarli. Da dentro invece minimizzano: discussione aspra sì, mani addosso no. Sta di fatto che Juric, davanti a tutta la squadra, è stato delegittimato da uno dei senatori. E’ un altro segnale di un feeling professionale inesistente, non solo per la nostalgia di De Rossi ma anche per la difficoltà dei giocatori di applicare i dettami indicati dal successore.
Mancini, che ora rischia sanzioni disciplinari, era stato tra i colpevoli del primo gol della Fiorentina, segnato da Kean. Le immagini mostrano il difensore corricchiare a passo lento verso l’area di rigore della Roma, senza neppure provare a inseguire il centravanti che si liberava proprio nella sua zona. Nessuno dubita della buona fede di Mancini, nemmeno Juric che anzi nelle dichiarazioni del dopo partita ha riconosciuto gli sforzi della squadra. Però la scena è stata emblematica di un momento di smarrimento generale.
Come l’amico Cristante, Mancini non è andato in panchina ad assistere al secondo tempo (come invece ha fatto Angeliño, sostituito dopo 32 minuti). «Ma è successo anche lo scorso anno» ha spiegato ieri il protagonista a un gruppetto di tifosi che gli chiedevano spiegazioni su un presunto ammutinamento. Su questo argomento Mancini non ha torto: è abitudine comune dei calciatori sostituiti nell’intervallo di fare la doccia e poi magari guardare il resto della partita negli spogliatoi. Ha fatto effetto semmai vedere tanti calciatori salutare i tifosi della Roma senza la presenza di due leader. Erano appunto Mancini e Cristante.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi / R. Maida