Sporca, perciò fantastica. Luciano Spalletti dà un calcio all’estetica e si prende tre punti pesantissimi a Marassi, contro il Genoa, sul campo dove avevano perso Juventus e Milan. Punti fondamentali per continuare la rincorsa al primo posto e difendere nello stesso tempo il secondo perché, come dice il tecnico giallorosso, «anche le altre corrono e basta una sconfitta per trovarsi impantanati».
Decide uno sfortunato autogol di Izzo, al 36’, su tiro di Bruno Peres, che non avrebbe trovato la porta. Un episodio fortunato, certo, ma dentro una gara che la Roma ha giocato con più qualità e perciò ha meritato di vincere. Dzeko non ha segnato per la quarta volta nelle ultime cinque gare, ma il suo impatto sulla gara è stato lo stesso importante: ha costretto Perin a una parata miracolosa dopo 2’ (e il portiere genoano si è anche infortunato gravemente: rottura del crociato anteriore sinistro, per lui stagione finita), ha servito un bell’assist a Perotti nel primo tempo, sprecato dall’argentino che è sempre allergico al tiro in porta, e ha colpito un ciclonico palo nella ripresa, su preciso cross di Nainggolan. Il discorso fatto per il bosniaco vale per tutta la Roma, che è stata squadra in ogni reparto. Szczesny è stato importante con una parata decisiva su tiro di Ocampos nei minuti di recupero, Fazio ha giganteggiato nel gioco aereo e Strootman è stato il centrocampista più continuo, ma l’impressione più positiva è stata quella corale. Come da commento di Spalletti: «La squadra ha fatto un grandissima partita, sotto l’aspetto caratteriale e dell’impatto fisico. Abbiamo vinto grazie a delle componenti in cui, una volta, evidenziavamo dei difetti, quindi dobbiamo fare i complimenti alla squadra. Siamo entrati in campo “cazzutissimi”, vincendo, finalmente, una partita sporca».
Il Genoa ha giocato una partita onesta, con picchi di qualità nel vecchio Burdisso in difesa e nel giovane Ocampos in attacco, mentre Simeone junior è incappato in una giornata davvero negativa. La realtà, però, è spietata: il Genoa è la squadra più indebolita dal mercato di gennaio. Rincon e Pavoletti non si perdono a cuor leggero e l’assenza dell’infortunato Veloso ha reso ancor più esiguo il talento a centrocampo. Juric ha provato a limitare i danni con le marcature a uomo: Ninkovic su De Rossi e, soprattutto, Cofie su Nainggolan. La squadra non ha demeritato, ma la differenza con l’avversaria è parsa netta. Il Genoa ha perso quattro delle ultime cinque partite, anche se a 23 punti è in una posizione di assoluta tranquillità.
La Roma è attesa da un’altra trasferta: quella di Udine. Spalletti dovrà fare a meno di Ruediger e De Rossi, diffidati e ammoniti. Recupererà Manolas e dovrà dare una chance a Paredes. L’impressione è che l’idea di una squadra «di corsa», con Peres a centrocampo, possa essere riproposta. La statistica dice che, rispetto al girone di andata di Rudi Garcia, dodici mesi fa, questa Roma è a più 7. Il giorno in cui Spalletti non vedrà più i fantasmi, dietro ogni riga di giornale, sarà davvero il top trainer che spesso dimostra di essere con le sue scelte di campo.