L’interrogativo più gettonato, ora che il campionato se ne è andato in letargo, è il seguente: la Roma è una grande squadra che sta facendo male oppure è una squadra più o meno normale che sta facendo un cammino più o meno in linea con la sua normalità? La Roma ha chiuso la prima parte del torneo con 8 vittorie e 3 pareggi. Segno che ha già perso 4 partite. Tante? Troppe, se si hanno ambizioni da zona Champions. Ma il campionato sembra aspettare tutti, Napoli a parte.
I motivi? Tanti, anzi troppi. Uno, targato Mourinho: l’impossibilità di schierare sempre la migliore formazione possibile, quella uscita dal “mercatino” (cit.) estivo. Ecco, il mercatino. Un diminuitivo non casuale, conoscendo il portoghese. Che ha lasciato così intendere una cosa: lui – magari già a partire dalle compravendite di gennaio – si aspetta qualcosa di cicciotto. Un mercatone, probabilmente.
Ma, al di là dei nomi, che cosa serve realmente alla Roma, che ha già “comprato” (un altro parametro zero, a dire il vero) per l’attacco il norvegese Solbakken? In assoluto, la Roma deve migliorare la propria cifra tecnica, con l’obiettivo (sbandierato da Mou in maniera più o meno palese) di incrementare così il proprio bagaglio tattico. Della serie: più giocatori bravi ho e più la squadra gioca meglio.
Il dogma assoluto di un “giochista”, quale è il portoghese. Servono soldi, però, per riuscirci. E resta da verificare quanto i Friedkin abbiano intenzione di voler (poter?) investire. L’obiettivo del club sembra essere una svolta tecnica per annullare ogni alibi tattico. Chiaro? Scelte mirate, dunque. Con tutti i reparti sotto analisi.
FONTE: Il Corriere della Sera – M. Ferretti