José Mourinho e Tiago Pinto sono i volti da esportazione del calcio lusitano a Roma. In vetrina ci sono anche Rui Patricio e la sua ombra, ovvero il preparatore dei portieri Nuno Santos. Infine c’è lui, l’ultimo arrivato, ovvero quel Sergio Oliveira a cui è bastata una sola partita per conquistare la Roma. Morale: 5 portoghesi provano a rilanciare un legame che la storia ha provveduto già a stringere. Adesso, però, sulla ribalta ci sono soprattutto Mourinho e Oliveira. I sorrisi sono quelli dei giorni migliori, anche perché l’arrivo del centrocampista è stata l’ennesima scommessa vinta da parte dello Special One, che gli ha consegnato subito le chiavi della squadra, venendone ripagato con il rigore procurato e realizzato, che ha consentito ai giallorossi di battere il Cagliari.
A impressionare, però, è stata soprattutto la personalità mostrata dall’ex Porto, nonostante avesse avuto appena quattro allenamenti in gruppo. Con Oliveira al centro del progetto, a Trigoria credono che la rimonta Champions possa non essere solo una chimera. Due giorni fa, però, la vetrina se l’è presa anche Rui Patricio, che al minuto 40 ha deviato sulla traversa un tiro di Joao Pedro da pochi passi. Se l’attaccante avesse segnato, l’inizio settimana sarebbe stato di umor nero per i giallorossi, ma il portiere – ottimamente allenato dal connazionale Nuno Santos – è ormai uno dei pretoriani di Mou, che proprio per questo non ha risposto picche alle lusinghe che l’Everton (che smentisce) gli aveva fatto per il dopo Benitez.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini