Tiago Pinto sembra aver già capito parecchio. Dopo il clamore e lo stupore per l’ufficializzazione del suo arrivo nella Roma come grande capo della sezione sportiva, il giovane dirigente portoghese, al di là del virgolettato nel giorno della rivelazione, non ha più detto una parola. Eppure, ci si può scommettere, chissà in quanti avranno provato a fargli dire pensieri e parole del suo futuro in giallorosso.
Che, da contratto, partirà all’inizio del prossimo anno, quando a Trigoria arriverà anche il dottor Stefano Scalera con il compito di curare i rapporti istituzionali. Per ora, comunque, nessuna anticipazione su quello che sarà il lavoro di Tiago Pinto. Neppure una parola, neanche di replica, per esempio, alle recenti dichiarazioni dell’ex ds romanista Petrachi che certo non è stato tenero dichiarando di non conoscere l’attuale dirigente del Benfica.
Un silenzio che sicuramente ha fatto piacere alla famiglia Friedkin che, fin qui, ha portato avanti un profilo improntato alla massima riservatezza. Cosa sposata dal dirigente portoghese che, comunque, è stata agevolata nella sua attuazione visto che c’è un motivo preciso a proposito dell’assoluto mutismo del dirigente.
Ovvero, nel momento in cui ha avuto il via libera dal Benfica per dire sì alla Roma, Pinto si è impegnato con il suo attuale presidente a rispettare un contratto di riservatezza che gli vieta, fino al prossimo inizio di gennaio, di dire anche solo una parola sul suo futuro sotto il Cupolone: vietati i contatti con la dirigenza romanista, famiglia Friedkin esclusa, nessun rapporto di lavoro con procuratori e affini a proposito del mercato che verrà. Pinto lo sta rispettando in maniera totale, unica eccezione, ma consentita dalla logica, un paio di chiacchierate con Paulo Fonseca con cui presto si troverà a lavorare.
Del resto Tiago Pinto è abituato a lavorare in una certa maniera. Cioè avendo come referente soltanto la proprietà: al Benfica ci si è abituato con Luis Vieira, personaggio che mette bocca anche sulla scelta della carta igienica. Alla Roma lo farà con i Friedkin che da quello che ci hanno fatto capire fin qui e da quel poco che è filtrato, sono proprietari che vogliono sapere tutto per decidere su tutto.
Questo non vuol dire che Pinto non stia già pensando a un programma di lavoro da attuare con la sa nuova società. Nella sua agenda, oltre alla necessità iniziale di conoscere il pianeta Roma, da Trigoria a viale Tolstoj, ci saranno da subito due inevitabili priorità: 1) il mercato di gennaio che inizierà ufficialmente negli stessi giorni del suo arrivo a Roma; 2) i rinnovi contrattuali di alcuni giocatori. Il tutto, ovviamente, in stretto contatto con la proprietà americana e nel rispetto, obbligatorio, di quelle esigenze economiche che vedono la Roma puntare a un ulteriore ridimensionamento del monte ingaggi e a una riduzione di un debito che non può far stare tranquilli. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri