In casa Roma nessuno vuole tirare troppo la corda. Certo, l’azione civile contro il Comune da parte del club giallorosso, del 2 ottobre scorso, ha fatto rumore, ma a dispetto dell’ingiunzione di pagamento per 474.777,16 euro, pervenuta alla società il 4 settembre, per il contributo al pagamento dello stipendio della polizia municipale in servizio durante 15 partite a cavallo tra il 2019 e il 2020, adesso si cerca di stemperare gli animi.
Comprensibile. Scorrendo le 49 pagine depositate in tribunale, si capisce anche da linguaggio usato dall’avvocato Antonio Conte come l’irritazione. Detto che la prima udienza sarà tenuta forse entro fine febbraio (ed è stata richiesta anche la testimonianza della Raggi), il documento è pieno di curiosità.
Nel primo incontro avvenuto il 6 agosto 2019 ad esempio gli incontri di calcio “dovevano essere – esemplificativamente – assimilato alla corsa campestre di periferia, al gay pride o al concerto del cantante in voga”. Poi si dice come il club conscio “che il Comune avrebbe speculato”, aveva svolto autonoma attività di controllo sul lavoro dei vigili, scattando foto che dimostrano, ad esempio, “il vuoto pneumatico” sulle strade per Roma-Inter.
Non basta. Mentre le richieste erano già state effettuate, il Comune richiedeva “l’emissione di ben 4 tessere di accesso gratuito allo stadio, onde poter effettuare i controlli sulla pubblicità esistente all’interno”. Perché avere tessere non nominative quando il personale in divisa d’ordinanza può accedere liberamente all’impianto? La risposta la dà la società: “Una storia… all’italiana (non pagare il biglietto e guardare gratis gli incontri)”.
FONTE: Il Messaggero – M. Cecchini