Daniele De Rossi lascia il calcio giocato dopo un’avventura di sei mesi con il Boca Juniors e le 616 presenze con la maglia della Roma. La notizia è arrivata co me un fulmine a ciel sereno dall’Argentina, coni me dia locali che hanno seguito il centrocampista mentre usciva in anticipo dalla sede del ritiro del club di Buenos Aires, squadra con cui aveva appena svolto le visite mediche in vista della seconda metà di stagione.
A spiegare i motivi del grande passo è stato lo stesso De Rossi in una conferenza stampa in cui ha affrontato a fondo l’argomento Gaia, unica dei tre figli ad essere rimasta in Italia: «Ho bisogno di avvicinarmi alla mia famiglia, mia figlia maggiore è l’unica rimasta in Italia. Ha 14 anni e ha bisogno di suo padre, mi manca molto. Non ho discusso con Riquelme o la nuova dirigenza, ho avuto il piacere di lavorare con loro due o tre giorni, hanno cercato di convincermi a restare. La mia decisione era definitiva e loro mi hanno dato altro tempo per vedere se avessi potuto risolverla diversamente. Devo andare a casa. Dico addio al calcio e ad un club che è entrato nel mio cuore. Lascio il mio lavoro, il mio sport, la mia passione. Non avrei mai pensato che avrei potuto amare così tanto un club che non fosse la Roma. Una parte del mio cuore resterà qui».
De Rossi, nominato dal presidente Ameal come ambasciatore del Boca nel mondo, inizierà ora il percorso per diventare allenatore: «Sicuramente continuerò a lavorare nel calcio in Italia, è la mia vita. Vorrei fare l’allenatore, ma dovrò studiare».
DDR, che a maggio 2019 aveva dato il suo addio alla Roma con un commovente giro di campo e un bacio in ginocchio davanti alla Curva Sud, seguirà le lezioni a Coverciano ed è pronto ad intraprendere la classica gavetta dal basso: tra le opzioni più quotate c’è quella di compiere i primi passi in questa nuova veste facendo l’assistente di uno dei migliori tecnici europei.
La speranza di molti tifosi giallorossi è quella di un suo ritorno alla Roma – il contratto del padre Alberto, tecnico della Primavera, è in scadenza alla fine dell’anno – ma almeno in un primo momento e con l’attuale management appare uno scenario che ha poche chance di realizzarsi.
Da parte della società guidata in questo momento da Pallotta e Fienga – in attesa dell’arrivo di Friedkin – c’è sempre una disponibilità a parlare di un ingresso nello staff di Trigoria, ma andrebbe trovato un ruolo che al momento non c’è.
Intanto dal mondo del calcio sono arrivati i primi messaggi delle persone che hanno avuto modo di trascorrere accanto a lui una fetta della carriera, con la Roma che gli ha dedicato un video-tributo: «Una carriera sportiva fantastica giunge al termine. Grazie per così tanti incredibili ricordi».
«De Rossi è un punto di riferimento, lui e Totti sono stati l’anima della squadra e dei tifosi», le parole di Ranieri, che lo ha allenato in due diversi momenti. Quella di DDR è una scelta che ha sorpreso Nainggolan: «L’avevo sentito una settimana fa, mi aveva detto degli infortuni ma che aveva voglia di giocare. Non me l’aspettavo. È stato un grande compagno e un grande giocatore oltre che un amico, è perfetto per fare l’allenatore».
Osvaldo, molto legato a De Rossi, ha invece svelato un retroscena: «Domenica ho parlato con lui e mi ha detto che si sarebbe ritirato. Sono rimasto sorpreso, ma la sua decisione va rispettata».
Di certo quello che resterà nella memoria di tutti i romanisti è una carriera da bandiera e simbolo, che si è conclusa con due Coppa ltalia e una Supercoppa ma senza il tanto ambito scudetto e ha trovato il suo culmine in Nazionale con la vittoria del Mondiale del 2006 insieme all’amico e leggenda Francesco Totti.
FONTE: il Tempo – F. Biafora