Dalla paura di dover lasciare il calcio, al gol in Europa League da dedicare a Daniele De Rossi. La favola sofferta di Riccardo Calafiori, terzino sinistro classe 2002, comincia con il terrore di non farcela, a 16 anni – quando gli è letteralmente esploso il ginocchio durante la partita di Youth League contro il Plzen – e arriva alla serata di coppa contro lo Young Boys. Nel freddo e vuoto Olimpico a esplodere, dopo la botta di sinistro (stessa gamba che gli ha creato tanto dolore due anni fa), è stato questa volta solamente il suo cuore. Di gioia e gratitudine.
Maglia numero 61 sulle spalle, richiesta da Riccardo perché è il 16 al contrario, il numero indossato per una vita nella Roma dal suo idolo De Rossi. Un numero che nessuno ha preso nell’attuale rosa, per rispetto dell’ex capitano giallorosso.
Il suo primo gol tra i grandi e il bacio allo stemma di cui è tifoso da sempre, per questo diciottenne che ha fatto commuovere Daniele, quando davanti alle telecamere, al termine di una vittoria che per la Roma vuol dire primato nel girone europeo, ha dichiarato. “Dedico il gol a Daniele De Rossi”, abbassando gli occhi, quasi a vergognarsi di poter nominare con tanta semplicità il suo eroe calcistico.
D’altra parte Calafiori può permetterselo, perché ha davvero rischiato di non riuscire più neanche a camminare, quando, a seguito di un’entrata killer in Youth League (il 4 ottobre 2018), si è sentito dire: “Si sono rotti tutti i legamenti del ginocchio, tutti i menischi e la capsula”, per un infortunio che accade una volta ogni dieci anni. Le lacrime, la paura, e poi il viaggio per l’intervento in America, insieme al suo procuratore Raiola e alla famiglia di romani e grandi romanisti sempre vicina a lui.
La lunga riabilitazione, con tutta la prima squadra molto vicina a questo talentuoso terzino sinistro (si ricorda l’immagine di Dzeko che dopo aver segnato in Champions, festeggiò mostrando alle telecamere la maglietta del ragazzo), bravo a lavorare sodo, bruciando le tappe e le previsioni più nefaste legate al suo futuro.
E a stargli vicino in quei mesi tremendi, più di tutti, è stato proprio De Rossi, che lo andava a trovare, supportandolo e ogni tanto dandogli anche un passaggio in macchina a Trigoria. Il rientro in campo è datato 16 settembre 2019, ma solamente contro lo Young Boys Riccardo ha riavuto indietro dal destino tutto quello che ha rischiato di perdere. Fonseca lo ha voluto promuovere in questa stagione, dopo la partenza di Kolarov, come vice-Spinazzola, facendolo diventare stabilmente un giocatore di prima squadra.
E Calafiori – reduce dal lungo periodo di isolamento a causa del covid – sta ora cercando di ripagare sul campo tanta fiducia. In attesa anche di rinnovare il contratto con la Roma, attualmente in scadenza nel 2022. Perché il suo sogno sarebbe quello di emulare la carriera di De Rossi, vestendo a vita la maglia della Roma.
FONTE: La Repubblica – F. Ferrazza