Un nuovo momento di caos, in attesa che venga presa una decisione definitiva sul futuro di Ivan Juric. Ma quali sono le eventuali alternative per la panchina giallorossa? Il primo nome che viene in mente è quello, scontato, di Daniele De Rossi, ancora sotto contratto con il club di Trigoria in virtù del rinnovo firmato ad inizio estate, con scadenza 2027. «L’AS Roma comunica di aver sollevato De Rossi dall’incarico di allenatore responsabile della Prima Squadra. La decisione del Club è adottata nell’interesse della squadra, per poter riprendere prontamente il percorso auspicato, in un momento in cui la stagione è ancora al suo inizio», recitava la nota della società (del 18 settembre) che ha scatenato il terremoto e dato il via ad una serie di conseguenze devastanti e ancora ben visibili sulla pelle della Roma.
Ma nonostante quanto accaduto in quelle ore convulse, le ricostruzioni a posteriori sulla verità dello spogliatoio e le successive dimissioni indotte dell’ex Ceo Lina Souloukou, i Friedkin hanno poi deciso di metterci il carico, con un nuovo comunicato che sembra proprio una pietra tombale – a meno di non voler dimostrare nuovamente la totale assenza di razionalità e abilità nella gestione societaria – ad un possibile bis di DDR. «Nutriamo un profondo rispetto per Daniele, convinti che avrà una car-riera di successo come tecnico, e magari un giorno tornerà ala Roma. Separarsi da lui è stata una decisione difficilissima, ma l’abbiamo presa con la convinzione che sia la strada giusta per puntare ai trofei in questa stagio-ne», firmato Dan e Ryan Friedkin (23 settembre).
Una bordata non indifferente e ribadita anche dopo la separazione con la dirigente greca, principale artefice dell’esonero dell’ex capitano. Che al momento si trova a New York (il viaggio di ritorno è previsto per il 4 novembre) per una vacanza con la famiglia e non ha avuto alcun contatto con i texani. Nel caso in cui venisse chiamato per lui si aprirebbe un bivio: o torna in panchina, essendo sotto contratto, o dice no e rassegna le dimissioni, sciogliendo la lunga intesa e rinunciando allo stipendio residuo. Consultando la lista delle possibili alternative si evidenziano, senza alcuna conferma di contatti, i nomi di Ranieri, Mancini, Sarri, Terzic, Potter, Schmidt e Allegri. La strada del terzo allenatore a meno di tre mesi dall’inizio della stagione sembra complicata da seguire. Ancor di più le ipotesi di uno straniero senza esperienza in Serie A. Ma con i Friedkin, e non è un complimento, mai dire mai
FONTE: Il Tempo – F. Biafora