«Dear major Raggi…». Comincia così la lettera che qualche giorno fa James Pallotta ha inviato alla nuova sindaca. Una cortesia istituzionale e, soprattutto, una mossa politica, che oggi porta il presidente della Roma – per la Raggi fino a qualche giorno fa poco più di uno sconosciuto – dritto in Campidoglio. Ricevuto da sindaca, vice Frongia e assessore all’Urbanistica Berdini, lo stesso che nei giorni della formazione della Giunta sparava a pallettoni contro il dossier Tor di Valle e oggi pare più ben disposto. Tutto merito della lettera? No, ovviamente. Per carità, la missiva era ben scritta e inappuntabile (le congratulazioni di rito, il doveroso augurio di buon lavoro, la richiesta di un incontro per «illustrarle il nostro lavoro»), ma l’incontro di oggi e la possibile apertura di una trattativa su alcune modifiche da apportare al dossier (comunque di complicata realizzazione), sono figli anche del particolare momento storico che stanno vivendo sindaca e Giunta: travolte dalle polemiche, ancora a caccia di un assessore al Bilancio e in procinto di archiviare la candidatura olimpica. In questo quadro, serve anche qualcosa di costruttivo, e oggi dire almeno «ni» ad un progetto da 1,5 miliardi di euro può essere un buon segnale alla città e ai cosiddetti «poteri forti».
MODIFICHE E in fondo è stato lo stesso Pallotta ieri – a margine di «un incontro proficuo» con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – ad aprire ad una possibile trattativa. «Siamo disponibili in ogni momento per qualsiasi chiarimento. Abbiamo la speranza che nel 2019 ci siederemo lì insieme all’inaugurazione». «Un grande progetto, merita l’attenzione delle istituzioni. Saremo garanti della trasparenza – gli ha fatto eco Zingaretti –. Tenendo sempre ben presente che sarà decisiva la variante al piano regolatore». Se ne riparlerà tra sei mesi, sempre che vada tutto bene. Intanto, oggi c’è la Raggi.
Notizie correlate