Che bello! Eccolo il derby che aspettavo da un pezzo. Botte da urbi e da orbi. L’odore del sangue. Derby sanamente, esplicitamente, voluttuosamente fratricida. I due club forse più virtuosi in fatto di plusvalenze finanziarie smetteranno sabato per due ore l’abito da Wall Street e, in mutande e bulloni, se le daranno di santa ragione. Per uno e mille motivi. La Roma ha una voglia matta di dare la gogna a tutto il mondo disgustato che l’ha schifata di questi tempi, presidente in testa. La Lazio si lecca tutto quello di cui dispone, l’occasione grandiosa di precipitare all’inferno le boriose ma fragili statuine dell’altra sponda. A cominciare da Di Francesco, che non è certo borioso e nemmeno fragile, ma pericolante sì. La Roma per tornare a immaginare di avere ancora una vita, la Lazio per spegnerla con tutti i talloni di cui dispone, come si fa con una cicca che si crede fuoco. Insomma, sopravvivenza, passione, orgoglio, brutalità, tutta la marmellata dinamitarda dell’epica.
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