Sembra diventato, sponda giallorossa, il tormentone della settimana: come farà la Roma ad arginare Felipe Anderson e Keita sulle fasce? Quasi dimenticando che Inzaghi avrà lo stesso problema sul versante opposto, dovendo opporsi alla forza d’urto rappresentata da Perotti e Salah. Perché se Dzeko ruba l’occhio, finalizzando la manovra, non va dimenticato che tutto o quasi, passa per i piedi e le invenzioni dell’asse egizio-argentino. Sono i numeri a confermarlo: Salah, oltre alle 8 reti, è già arrivato a quota 13 assist (di cui 4 vincenti). Perotti gli è subito dietro a 9 (4 vincenti).
Insieme garantiscono al club giallorosso di essere primi distaccati con 70 assist in campionato. Per intenderci, la Juventus che è seconda è ferma a 57. Statistiche che regalano soltanto uno spaccato di quanto la manovra dipenda dai due. C’è un altro dato, significativo, per capire lo sviluppo del gioco spallettiano: i cross. La Roma è la terza squadra in serie A nella speciale graduatoria (dietro Inter e Juventus) e questo le garantisce poi di diventare quella che tira maggiormente verso la porta avversaria (219 volte, in 108 casi ha centrato lo specchio) e segna di più (33 reti).
MIX ESPLOSIVO Diego e Momo, così diversi ma così complementari. L’argentino ama il pallone tra i piedi e quando si rivede in televisione, soprattutto nei dribbling, dichiara di sentirsi «uno strano. Ma non ho una risposta. A rivedermi non mi sembra di essere veloce, però in campo quando dribblo mi sento di volare». Momo invece, vola di suo. Quando viene lanciato in velocità, assomiglia al Beep Beep dei cartoni animati, tramutando il malcapitato avversario di turno nella più tormentata versione di Willy il Coyote. Spalletti, tra il serio e lo scherzoso, a volte lo stuzzica affermando che «corre più veloce del pallone».
Non è un mistero che Lucio lo vorrebbe un po’ più incisivo sotto porta. A lui, però, non rinuncia mai. Quale sarà l’assetto scelto per domenica, Perotti e Salah saranno fondamentali. L’idea che ha in mente il tecnico è provare a rigiocare una partita simile a quella disputata al San Paolo, quando la difesa a tre nel giro-palla si trasformava a quattro se attaccata, modellando così la squadra in un 4-1-4-1. Nainggolan, come già fatto con Jorginho, potrebbe dunque arginare Biglia, con Perotti, largo sulla sinistra, pronto eventualmente ad accentrarsi. E Salah? Lui già sa che rappresenterà la variabile impazzita, nel giostrare da pendolo tra il terzino (Lulic) e il centrale di sinistra (Radu) della difesa laziale. Mancherà Florenzi, è vero, che proprio a Napoli fu preziosissimo.
Ma l’idea è di partenza rimarrà la stessa. Bisognerà capire soltanto se Spalletti deciderà di rimanere con il baricentro basso, come accaduto con la squadra di Sarri (41,3 metri di media, rispetto a quello degli azzurri, 59,4) o deciderà di attaccare. La prima ipotesi, in stagione, ha regalato la migliore prestazione stagionale con Salah e Perotti in versione devastante. Proprio al San Paolo, l’egiziano oltre al gol fu capace di collezionare 4 occasioni create, tre sponde, tre cross, un dribbling riuscito, un assist, sette palloni recuperati e 56 palloni giocati.
L’argentino si sacrificò molto in fase di ripiegamento (4 intercetti e 6 palle recuperate), giocando meno palloni del solito (45) ma riuscendo a creare comunque 2 occasioni, oltre a 4 cross, 3 sponde, 3 lanci e 4 dribbling riusciti. Ora Salah, dopo la tripletta al Bologna, sono un paio di partite che non centra la porta e alla Lazio non ha mai segnato. Perotti invece contro i biancoelesti è già a quota due (uno con il Genoa). Sensazioni? Difficilmente rimarranno a secco entrambi.