Rimandati a dopo la sosta. Ma non bocciati. O meglio: a disposizione fino a gennaio. Poi entrano in gioco altri meccanismi. Il caso riguarda Villar, Diawara, Mayoral e Reynolds. Quattro giocatori che nelle gerarchie di Mourinho partono dal fondo della griglia: lo dice il campo, lo dicono i pochi minuti giocati finora.
Tutto nella norma. Anche perché, escludendo Mayoral, gli altri tre hanno già assaggiato la tribuna, il alcuni casi per fare spazio ai giovani promossi in estate dalla Primavera. Una cosa è certa: Villar, Diawara, Mayoral e Reynolds non sono titolari di questa Roma, alla quale Mourinho ha cercato di trovare un assetto base in questo avvio di campionato, evitando esperimenti.
Villar è forse il volto più turbato e inquieto. Probabilmente perché non si aspettava di passare da perno del centrocampo con Fonseca a riserva della riserva. Mourinho non gli ha concesso neanche un minuto in campionato. A Salerno, poi, è finito addirittura in tribuna. La situazione non l’ha vissuta bene. L’hanno cercato durante le ultime battute di mercato diverse squadra, sia in Italia che all’estero, ma alla fine è rimasto a Trigoria. A sua discolpa c’è il mese di preparazione saltato per un problema al ginocchio. Adesso sta a lui far cambiare idea a Mourinho, dimostrare di essere all’altezza della Roma.
Il discorso è simile per Diawara, in odore di cessione al pari di Villar quando si parlava dell’arrivo di un nuovo centrocampista. Era ai margini della Roma. E non da oggi. Ma un briciolo di luce si è vista all’Arechi: Mourinho, infatti, l’ha mandato in campo nel finale, caricandolo e incitandolo. “Sei forte“, gli ha detto l’allenatore. Diawara ha fatto il suo con la partita ormai in cassaforte. Autostima pompata e un futuro da scrivere in giallorosso.
Mayoral, l’erede di Dzeko. In apparenza. E che erede, a suon di gol nella scorsa stagione (17 contro i 13 di Edin). L’ombra poi è calata quando la Roma ha ingaggiato Shomurodov e soprattutto Abraham. Un’eclissi (quasi) totale per l’ex Real Madrid considerando i 16′ complessivi passati sul rettangolo verde. Anche lui ha incassato il “sei forte” dall’allenatore all’ultima uscita. Mourinho era stato diretto quando sembrava destinato alla Fiorentina: “Non voglio che se ne vada“. Alla fine è andata proprio così.
Reynolds non ha mai spiccato il volo da quando è arrivato in Italia. Tra tutti i rimandati è però quello che ha il peso della responsabilità di farsi trovare un po’ più pronto degli altri: infatti, è il vice Karsdorp. Un rischio calcolato? Forse. Fatto sta che finora è ingiudicabile sotto l’aspetto dei progressi dato che si è visto per un solo minuto nella trasferta a Trebisonda.
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia