COME FERMARE HIGUAIN?
– Inutile fingere che i giocatori siano tutti uguali, che vinca il collettivo, che ogni juventino possa creare problemi alla Roma. Gonzalo Higuain è la minaccia principale che Spalletti deve provare ad arginare, tanto più dopo l’esempio del derby torinese che ne ha dimostrato la ritrovata vena. La Roma cercherà di tagliargli i rifornimenti tra le linee, opponendosi a un attacco fisico con una difesa fisica: in area di rigore sarà una sfida ruvida. I precedenti sono vagamente incoraggianti: in otto partite da avversario, nel suo triennio napoletano, Higuain ha segnato “solo” 2 gol alla Roma tra campionato e Coppa Italia. Una media sostenibile, in relazione al soggetto.
COME NEUTRALIZZARE PJANIC? – I tifosi della Roma si aspettano tradizionalmente il peggio dai propri ex idoli, in una sorta di pessimismo cosmico a cui li ha sottoposti una serie incredibile di eventi infausti. Pjanic poi è uno spauracchio concreto, perché anche in una stagione sin qui giudicata (dalla stessa Juve) insoddisfacente ha segnato 5 gol in campionato. Spalletti chiederà ai suoi di non cadere nella trappola: nei dintorni del limite dell’area, vanno evitati ad ogni costo i falli per non concedere al maestro delle punizioni un tiro confortevole. Sarà essenziale il lavoro di De Rossi da schermo davanti alla difesa se, come sembra, Allegri riproporrà Pjanic nel ruolo “naturale” di trequartista.
QUANTO PUO’ GIOCARE SALAH? – Juventus-Roma si gioca 17 giorni dopo l’infortunio di Salah, che secondo la prognosi dei medici (21 giorni) sarebbe riuscito a rientrare soltanto per l’ultima partita dell’anno, contro il Chievo. Ma l’occasione è tale per cui è lo stesso giocatore a spingere per recuperare, incitato dallo stimolo di un gala imperdibile. Resta da capire che tipo di garanzie possa dare, soprattutto nell’intensità agonistica, un attaccante che viene da un incidente abbastanza antipatico. Spalletti sceglierà sabato, magari nel secondo tempo, a seconda delle esigenze del momento: per non più di mezz’ora, comunque. Con i ritmi del gioco fiaccate dai primi due terzi di partita, il suo apporto qualitativo potrebbe rivelarsi molto redditizio.
REGGERA’ LA LINEA MAGINOT? – Nelle ultime due partite, i due scontri diretti contro Lazio e Milan, la Roma non ha subito gol recuperando compattezza e abbassando il baricentro. Conservando il miglior attacco della Serie A, si è issata al terzo posto fra le difese dietro proprio alla Juventus, l’avversaria di sabato prossimo, e alla Lazio. Con De Rossi davanti alla difesa e Rüdiger a destra, secondo il collaudato modulo a “tre e mezzo”, Spalletti forse ha scoperto una nuova solidità. Resta da vedere se contro la Juve, capace di segnare sin qui 35 gol, il dispositivo resisterà: è quasi un esame di laurea.
BRUNO PERES E’ KO. CHI GIOCA AL SUO POSTO? – Non bastavano Florenzi e Salah. La Roma ha perso il terzo uomo di fascia destra. E così Spalletti deve inventare una soluzione nuova, un’altra. La sostituzione più automatica, da figurina Panini, prevede l’inserimento di El Shaarawy nella formazione titolare con lo spostamento di Perotti a destra. Ma c’è almeno un’altra opzione: l’avanzamento di Emerson Palmieri sul fronte offensivo, con la promozione di Vermaelen in difesa, magari sul lato sinistro dove ha già giocato in passato. Emerson ha già giocato in posizione avanzata, anche a destra, rassicurando Spalletti con l’intraprendenza e l’applicazione.
CHE COMPITI AVRA’ NAINGGOLAN? – Decisivo sia contro la Lazio che contro il Milan, e non solo per i due gol segnati sotto la Curva Sud, Nainggolan incarna alla perfezione lo spirito della Roma contemporanea: combattiva, tenace, fisica. Per questo è adatto a scombinare i piani della Juventus, che non a caso in passato ha provato ad acquistarlo. Il suo ruolo sarà duplice: soffocare il palleggio juventino e nello stesso tempo innescare le ripartenze corte, quelle dalla metà campo avversaria in su, per facilitare le occasioni da gol. Spalletti si augura che cominci a correre a pieno regime da subito, senza sbagliare tanti palloni come è accaduto nel primo tempo di Roma-Milan: con un approccio più preciso, Nainggolan avrebbe le caratteristiche adatte a impaurire l’amico Pjanic.
LA ROMA ASPETTERA’ ANCORA IL SECONDO TEMPO? – La Roma si sta abituando a risolvere le questioni nei secondi tempi delle partite, lasciando sfogare l’avversario di turno per poi sorprenderlo alla distanza con una buona tenuta nervosa e atletica. Lo dimostra il fatto che la squadra abbia segnato 25 gol su 36 dopo l’intervallo e addirittura 18 su 36, la metà esatta del totale, nell’ultima mezz’ora. Spalletti sostiene sia una casualità. E che comunque il trend non gli piace affatto. Potrebbe non essere sufficiente contro la Juve, perché non tutti i primi tempi possono finire zero a zero…
LA ROMA PUO’ GIOCARE CON UNA DIFESA A TRE PURA? – E’ un’ipotesi, soprattutto se Spalletti dovesse scegliere Vermaelen tra i titolari. Ma resta improbabile, nonostante l’esempio dello scorso anno proprio allo Stadium, perché la Juventus si schiererà con la difesa a quattro e perché Spalletti ritiene che la Roma si adatti meglio ad alternare i sistemi di gioco a seconda della fase: si attacca con la difesa a tre, si difende con quella a quattro. La squadra si sta ormai affezionando a questo modulo ibrido.
DZEKO NON RISCHIA L’ISOLAMENTO IN ATTACCO? – E’ vero, la Roma si è paradossalmente impigrita nella tessitura del gioco, sapendo di avere un pilone di cemento davanti a cui affidare ogni palla sporca. Ma Dzeko sta dimostrando, al di là dei gol, di essere un meraviglioso regista offensivo: anche da solo è in grado di produrre situazioni interessanti.
LA ROMA PATIRA’ L’EFFETTO STADIUM? – Questa è l’unica domanda che non troverà risposta finché non verrà messa alla prova. Di sicuro allo Juventus Stadium la Roma ha sempre perso, sei volte su sei. Ma proprio l’anno scorso, con una partita accorta in un momento di grandi affanni, Luciano Spalletti riuscì a imbrigliare la Juventus, che vinse solo nel finale grazie a una gemma di Paulo Dybala.