Storie di calcio e di bambini, di gioie dentro il campo e fuori. Storie che Paulo Dybala e Tammy Abraham cominciano a costruire sempre più con lo stesso comun denominatore. Contro la Fiorentina, due giorni fa, hanno rubato il cuore dei tifosi della Roma per il feeling mostrato all’Olimpico, visto che le due reti realizzate dalla Joya sono giunte entrambe su assist dell’inglese.
Ma c’è dell’altro. C’è un rapporto che decolla anche fuori del rettangolo di gioco e che, se è vero che l’argentino è chiaramente la stella della squadra, questi non perde occasione per far capire che il centravanti è il suo partner di riferimento.
E nessuno ha un rapporto di assist più paritario. Dal loro feeling sono arrivati cinque gol, così come quelli fra Kvaratskhelia e Osimhen, oppure tra Milinkovic-Savic e Immobile, ma in questi due ultimi casi il rapporto è totalmente squilibrato visto che si tratta addirittura di un 4-1 (per il nigeriano) e un 5-0 (per l’azzurro). Invece Dybala e Abraham cominciano a dividersi le reti come i nuovi gemelli del gol.
Per certi versi, sembra quasi un modo per ritrovare l’antico. Un attaccante alto e forte fisicamente che fa coppia con uno più rapido e bravo tecnicamente. Insomma, se vogliamo, sembra essere ritornati ai tempi di Edin Dzeko e Mohamed Salah. E se pensiamo al palmares che i due hanno conquistato, può essere che il nuovo tandem possa portare fortuna.
Con queste premesse, non sorprende che la Roma a fine stagione, per togliere ogni tentazione di addio all’attaccante argentino, senza neppure bisogno che qualcuno attenti alla clausola di 20 milioni presente nel contratto – e che può essere sterilizzata alzando lo stipendio da 4,5 a 6 milioni all’anno – gli alzi in autonomia l’ingaggio.
D’altronde la differenza di rendimento della Roma con o senza Dybala è impressionante: se la Joya avesse sempre giocato e portato la media punti che ha fatto registrare, la squadra di José Mourinho sarebbe in zona Champions, mentre per il momento si trova ancora ad inseguire.
In questo quadro che vira chiaramente così all’ottimismo resta da capire quale potrà essere il vero contributo che Nicolò Zaniolo potrà dare da qui a fine stagione. Due giorni fa contro la Fiorentina un’influenza intestinale ha messo fuori causa l’attaccante, che però ieri ha lavorato regolarmente da solo. Inutile dire che la stagione è lunga e che, se la squadra giallorossa resterà in lizza su tutti e tre i fronti, spazio per lui ce ne sarà di sicuro, anche se sensazioni di amarezza in questo ultimo periodo non gli mancano.
FONTE: La Gazzetta dello Sport
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin