«Paulo, dammi dieci giorni e ti porto all’Inter». «Niente da fare direttore. Domani (ieri, ndr) vado in Portogallo. Sono un giocatore della Roma». La telefonata, andata in scena nella serata di domenica scorsa, è stata musica per le orecchie di Tiago Pinto (a cena a casa di Dybala) e, soprattutto, di Dan e Ryan Friedkin, che proprio in quel momento erano presenti in conference call per il brindisi finale a un’operazione di mercato che ci riporta ai tempi dell’annuncio di Gabriel Omar Batistuta.
A telefonare, ma magari l’avrete già intuito, era il grande capo nerazzurro Giuseppe Marotta che, una volta capito che l’argentino stava andando alla Roma (ha chiamato anche in qualche redazione di giornali torinesi e milanesi), ha provato l’estremo tentativo di bloccare il trasferimento. Invano. Paulo Dybala è un giocatore della Roma. Toda Joya.
E, come già saprete, ieri è sbarcato in Portogallo, ha sostenuto le visite mediche, ha abbracciato Mourinho (tessitore neppure troppo occulto di questa operazione da applausi a scena aperta), i suoi nuovi compagni, cominciando a respirare l’entusiasmo incontenibile di una tifoseria felicemente travolta dalla notizia.
L’annuncio è stata la Roma stessa a darlo, ieri, di prima mattina, con un giro di telefonate per confermare l’accordo con il giocatore che, proprio in quei momenti, si stava imbarcando a Torino su un volo privato messo a disposizione dai Friedkin che da lì a poco sarebbe decollato in direzione Faro, Algarve, ritiro della Roma. Insieme a lui i suoi procuratori, Jorge Antun, Carlos Novel e Fabrizio De Vecchi. Poi Tiago Pinto e gli stessi proprietari del club giallorosso.
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FONTE: Il Romanista – P. Torri