Se è una scelta tecnica, nulla da dire. Un allenatore ha il diritto di convocare e pure di non impiegare mai qualsiasi suo giocatore. Anche uno bravo, anzi molto bravo, semplicemente perché davanti a sé ha un compagno più forte. Anzi, il più forte. Uno come Leo Messi, insomma.
Se invece la scelta del costante parcheggio in panchina non fosse tecnica, ma legata a una condizione fisico/atletica precaria, beh allora sarebbe un bel guaio. Per la Roma, in questo caso, più che per l’Argentina. Qui si sta parlando di Paulo Dybala, mai schierato dal c.t. Scaloni nella Seleccion in Qatar. Mai mandato in campo sia con l’Argentina in difficoltà sia quando aveva il cuore più leggero.
E, allora, perché Paulo è stato convocato? Per fare il vice Messi. Questa la risposta più gettonata. E, forse, anche la più logica. E così Dybala non gioca mai e mai lo farà fin quando Scaloni avrà la possibilità di contare su Messi.
Intanto, però, il Dybala perennemente panchinaro alimenta il chiacchiericcio, fa discutere, spaccandoli, i tifosi della Roma. C’è chi si preoccupa (“Te l’avevo detto che non stava bene…”) e chi invece gongola (“Meglio che sta in panchina, così non rischia di farsi di nuovo male”). Differenti verità, diversi stati d’animo. Comprensibili entrambi. Si va avanti a forza di ipotesi.
FONTE: La Repubblica – M. Ferretti