Se gli dei del calcio non lo avessero voluto presto a giocare nei loro giardini celesti, saremmo pronti a scommettere che Ferenc Puskas – ormai novantaseienne – si sarebbe divertito nel vedere Paulo Dybala a Budapest nello stadio a lui intitolato. Storie di fuoriclasse mancini e di tiri mancini, come quelli che la sorte stava giocando all’attaccante argentino, privandolo di una nuova possibilità di giocare una finale di club europea, visto che finora – con la maglia della Juventus – le ha sempre perse.
Invece no. Vada come vada, l’atto conclusivo della Europa League avrà riflessi di Joya in campo, e proprio per questo – dopo la grande esultanza nello spogliatoio dello stadio di Leverkusen – adesso c’è un piano per portare al massimo della condizione la stella della Roma, che nelle finali secche ha un bilancio a luigi e ombre. Nelle quindici disputate, infatti, le vittorie sono state “solo” otto, anche se una e la più importante di tutti: quella Mondiale.
Al di la delle ovvie ambizioni personali, Dybala sa benissimo come la finale sarà vista non solo nel Vecchio Continente, ma anche in Sudamerica. D’altronde, oltre a Paulo, nel Siviglia c’è una colonia argentina da non sottovalutare, e che va dal Papu Gomez a Erik Lamela, passando per Gonzalo Montiel e Lucas Ocampos, per arrivare a Marcos Acuna, che però salterà la finale per via dell’espulsione rimediata contro la Juventus. Insomma, una messe di nazionali all’opera, che inevitabilmente ha attirato l’attenzione degli appassionati di calcio di oltre Atlantico.
Proprio per questo la Joya cerca di lasciarsi alle spalle definitivamente il doppio infortunio che lo ha tenuto fuori spesso nelle ultime partite. Dall’affaticamento all’adduttore destro rimediata nella partita d’andata dei quarti di finale di Coppa contro il Feyenoord all’entrata durissima del connazionale Palomino contro l’Atalanta, le settimane passate sono parse essere una “Spoon River” di rimpianti per le troppe assenze. Per tale ragione, a cominciare dalla partita di lunedì contro la Salernitana, il piano di Dybala è quello di giocare – possibilmente titolare – così come nel match successivo contro la Fiorentina. Lo scopo è chiaro: accumulare minuti nelle gambe per presentarsi al meglio alla sfida del 31 maggio con gli spagnoli.
Il senso di gratitudine e di voglia di contraccambio che lo anima ogni giorno è palese. La Roma e il suo popolo lo hanno accolto come un re prima ancora che lui dimostrasse qualcosa. Tutto sommato, il fatto che l’attaccante abbia dovuto saltare quattordici partite sulle cinquanta complessive, e sulle 36 disputate abbia giocato una media di 65 minuti a gara, lo fa sentire ancora in debito con un tifo che non ha avuto bisogno della finale di Budapest per impazzire di entusiasmo. D’altronde, nonostante tutto, l’argentino ha segnato sedici gol e fornito sette assist. Quanto basta per provare a onorare le sue antiche promesse di vincere un trofeo e portare la Roma in Champions League.
In realtà, Paulo credeva che la Roma avrebbe vinto la Coppa Italia e sarebbe arrivata fra le prime quattro del campionato, ma entrare nella massima manifestazione continentale trionfando in Europa League e avendo così subito la possibile di giocare la finale di Supercoppa Europea, pareva un’ambizione destinata a sconfinare nel sogno. Insomma, vincendo una coppa, ce ne sarebbe subito un’altra all’orizzonte.
Quanto basta per giustificare l’euforia di giovedì notte a Leverkusen, quando Paulo ha scritto un post social che sembra un manifesto programmatico. «EuROMA in finale! Grandi Ragazzil E grazie a tutti i tifosi». «Siamo in finale. Forza Roma uniti e compatti».
Per questo a Budapest la Joya non si accontenterà di essere l’asso nella manica, l’attaccante da chiamare in causa se il risultato virasse al negativo e ci fosse bisogno del colpo del campione. E questo infatti, per la stessa ammissione di Mourinho, che sarebbe successo a Leverkusen se il Bayer fosse andato in vantaggio e la qualificazione in semifinale fosse tornata a rischio. Troppo poco, però, per un Dybala caccia di gloria.
Perciò, adesso che gli acciacchi stanno lentamente diventando solo un ricordo, dopo il rodaggio rappresentato dai prossimi due turni di campionato, ad attenderlo ci sarà la notte di Budapest e una coppa da sollevare al cielo. Chissà se Sua Maestà Puskas, nell’alto dei cieli, sorriderà pensando: «Quanto sono bravi questi mancini».
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
https://tuttoasroma.it/ultime-notizie-as-roma/partite/campionato/serie-a-anticipi-e-posticipi-della-37a-giornata-fiorentina-roma-alle-18-del-27-maggio/