Non è stata una stagione araldica per Edin Dzeko. Lui è il primo a saperlo. Sette gol in campionato – dove non segna dal 3 gennaio, Roma–Sampdoria 1-0 – sono il suo minimo storico in Serie A. A (La, ndr) Spezia, nell’ultima giornata, alla Roma serve una vittoria per l’aritmetica qualificazione alla Conference League con più di 4 gol oppure un pareggio se il Sassuolo non batterà la Lazio con più di 4 di scarto. Giocherà titolare ancora Edin? Molto probabile.
Dzeko ha fatto assai meglio in Europa League: 5 gol in 6 apparizioni nella fase a eliminazione diretta. In più c’è stata la prestazione nel derby: ha servito un assist per i gol di Mkhitaryan, ha fatto impazzire Acerbi fino all’espulsione, è stato leader della squadra dall’inizio alla fine. Anzi, anche oltre la fine. Gianluca Mancini lo ha sollevato da terra durante i festeggiamenti, portandolo il trionfo. È stato il segnale di quanto la squadra ami Dzeko.
Un endorsement per il futuro, visto che Edin ha ancora un oneroso anno di contratto a 7,5 milioni netti. Il gruppo è con lui e, in gran parte, lo è stato anche dopo la rottura con Paulo Fonseca. Per Dzeko sarà decisivo un confronto diretto con lo Special One. Il bosniaco può restare, magari spalmando il suo ingaggio in due stagioni. Borja Mayoral può restare un altro anno in prestito, rinviando la decisione definitiva al 2022.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri