Sarà l’aria che arriva da Monte Mario, sarà che in casa ci si sente sempre più sicuri e coccolati (certe volte nemmeno troppo), sarà per tanti motivi, ma Edin Dzeko il meglio di sé lo dà allo stadio Olimpico. Otto reti in campionato lo scorso anno: cinque a Roma, tre in giro per l’Italia (sedici presenze nella gare lontano da casa), una a Bologna (su rigore), una a Modena (col Carpi) e una. Quest’anno ha cominciato bene, ma il trend è lo stesso di quello precedente: quattro reti in campionato, tutte all’Olimpico, una con l’Udinese, una con la Sampdoria e la doppietta contro il Crotone. Fin ora Edin ha mostrato una certa vena anche nel numero di assist, tre, contro le cinque dell’intera passata stagione. Tutto meglio fino ad oggi, ma resta quella casella vuota nelle reti fuori casa: cilecca a Cagliari e idem a Firenze, con la sfida del Franchi passata in archivio per un gol (a detta di tanti) mangiato clamorosamente. Che poi clamorosamente…
STESSO NOME – Chissà se il nome dello stadio di domani, Olimpico, dove spera di giocare da titolare contro il Torino, gli darà una mano. L’anno scorso la prima volta in gol fuori casa è arrivata in pieno inverno, era l’11 novembre al Dall’Ara. Un gol su calcio di rigore sotto il diluvio di Bologna. Una rete che non è servita a regalare il successo ai giallorossi, rimontati nel finale da Destro (sempre su rigore), autore del 2-2 definitivo. I tre punti, invece, sono arrivati nelle due successive partite in cui Edin è andato in gol: il 12 febbraio contro il Carpi e il 13 marzo a Udine. Non consideriamo la rete nel derby di ritorno, anche se la Roma per il calendario era in trasferta. Chissà, forse è proprio il suo essere poco cattivo a incidere negativamente sul trend/gol fuori casa. All’Olimpico di Roma si è trovato bene (o forse meglio) da subito, già con quel bolide in amichevole nella serata d’esordio, amichevole contro il Siviglia, per non parlare della prima in campionato contro la Juventus, un gol che fece impazzire i tifosi e che forse li ha illusi, visto poi come è andata, cioè con molti bassi e pochi alti. Annata chiusa con dieci reti complessive, comprese le due di Champions (Bayer Leverkyusen e Barcellona).
SCENARIO DIVERSO – Lo scorso anno, di questi tempi, Dzeko già cominciava a zoppicare. Un po’ per l’infortunio subito contro il Carpi un po’ perché qualcosa nella sua testa non andava più. La Roma perdeva colpi e lui insieme con la Roma. L’arrivo di Spalletti alla fine lo ha migliorato, pur non partendo spesso come titolare. Con Lucio ha messo a segno cinque reti nel girone di ritorno, solo una in più di quelle realizzate nelle prime quattro partite dell’attuale campionato. Pensare che Dzeko non sia in campo domani a Torino diventa complicato. E’ vero che deve acquisire più cattiveria, è vero anche che in questo momento diventa indispensabile per la squadra, pensata a trazione anteriore da Spalletti, con le due punte strette e il trequartista (meglio con Totti, a quanto pare). E lui è uno che una grossa mano la dà con la sua fisicità e la sua voglia di sacrificarsi. E in più arrivano i gol, almeno in casa.
UN MAL DI TUTTI – Se è vero che Dzeko è a caccia della sua prima rete fuori casa, è vero altrettanto che la Roma deve ancora trovare il suo primo successo in trasferta. Nemmeno in Champions ed Europa League c’è riuscita: 1-1 a Oporto e 1-1 a Plzen, così come in campionato, pari a Cagliari, sconfitta a Firenze. Mal di trasferta per tutti, per Dzeko e per la Roma, che quest’anno finalmente sembrano essere la stessa cosa.