A forza di incastrarsi tra i grandi del mondo, Edin Dzeko ha finito per togliersi uno sfizio: è il miglior cannoniere del continente. Quindici gol tra campionato e coppe, diciotto se consideriamo anche la nazionale bosniaca. Nessuno è come lui, tra i calciatori di nazionalità europea. Davanti nella classifica vede soltanto, nemmeno a distanze siderali, due sudamericani abituati a frequentare l’élite dei realizzatori: Leo Messi ed Edinson Cavani, universalmente riconosciuti come assassini dell’area di rigore.
ESPLOSIONE – Dzeko di questa categoria fenomenologica non ha mai fatto parte, né comincerà a 30 anni. Ma tenersi alle spalle, dopo tre mesi di partite, specialisti del settore come Aguero, che era il suo competitor irraggiungibile al City, o come Suarez, senza contare Higuain che sta vivendo uno strano autunno alla Juventus, è un risultato che merita di essere evidenziato, in quanto sorprendente persino per lui. Dzeko in estate, dopo le delusioni romaniste del primo anno, diceva: «Se segnassi 50 gol a stagione, varrei 80 milioni e non giocherei nella Roma». Ecco, magari non riuscirà a raggiungere quelle cifre ma di questo passo può attaccare quota 40 nella somma delle varie competizioni.
CONFRONTO – Nel 2015, di questi tempi, era arrivato a 5, fra i 3 del campionato e i 2 della Champions League. Oggi è a +10 gol. E sono 5 in 4 partite europee: se avesse giocato anche contro l’Astra Giurgiu, quando Spalletti lo ha tenuto a riposo, forse sarebbe anche davanti al basco Aduriz (6 gol) nella classifica dei marcatori del torneo. Ma questo conta poco. Conta di più che contro il Viktoria Plzen, sfortunato a trovarselo davanti in una nottte così ispirata, Dzeko abbia segnato la settima tripletta in carriera. Non ne completava una da un anno e mezzo, quando con la Bosnia rifilò tre reti ai malcapitati cittadini di Andorra. Eppure non è un record personale. Nel suo passato Dzeko vanta anche due poker, uno esposto con il Wolfsburg (24 settembre 2008 in coppa di Germania contro l’Oberneuland) e uno con il Manchester City (28 agosto 2011 in Premier League contro il Tottenham). Ha ragione allora Spalletti quando afferma che il limite massimo di Dzeko non si sia ancora visto. Con uno così niente è impossibile e niente è preventivabile.
IL CLUB – Nel frattempo ha raggiunto con dieci giorni di ritardo il gemello Salah nella storia dei triplettisti della Roma. Ma in campo internazionale, ha eguagliato Francesco Totti che era stato l’ultimo prima di lui a segnare tre volte nella stessa partita: era successo in due circostanze ravvicinate, sempre sotto la guida di Spalletti, nei turni preliminari dell’estate 2009, prima contro i belgi del Gent e poi contro gli slovacchi del Kosice. Gli altri che hanno toccato questo traguardo sono Pedro Manfredini, che arrivò addirittura alla quaterna contro Hibernian e Altay nei primi Anni 60 in Coppa delle Fiere, altri tre attaccanti che hanno meritato i consensi popolari come Voeller (due triplette contro Bordeaux e Anderlecht nella stessa stagione), Delvecchio e Montella, più Francisco Ramon Lojacono, ancora contro l’Altay, e il russo incompiuto Alenichev, mattatore contro il Vitoria Setubal. Dzeko dunque è il numero 8 in questa lista. Ma non per importanza.