Il buono, il brutto e il cattivo erano tre creature di Sergio Leone che Spalletti concentrerebbe volentieri in un solo uomo: Dzeko. Troppo molle e bello, ricercato, per mettere la gamba nelle situazioni sporche, è riuscito a scrollarsi di dosso tutte le critiche accumulate nella passata stagione segnando 20 gol in 29 partite con una media di una rete ogni 113 minuti, una partita e un po’. Quanto basta per rivendicare il diritto all’errore, di tanto in tanto, perché perfetti non si può essere ma belli e cattivi sì: «Avete visto come sono molle… Scherzi a parte, era difficile contro il Cagliari, abbiamo avuto qualche occasione e io ne ho sbagliata una, ma nella ripresa ho fatto il mio, sono stato cattivo. Dobbiamo andare avanti così tutti insieme. Il rigore di Udine? Non ho avuto paura di subire un’involuzione, la paura non c’è mai. Succede, è il calcio: qualche volta sbagli, altre invece fai gol. Sono contento per aver segnato un 1-0 molto importante». Abituato alle bastonate pubbliche di Spalletti, non si aspetta complimenti che invece arrivano: «Magari, vediamo», provoca lui e l’allenatore risponde: «È uno Dzeko sempre più convinto delle qualità che ha, un giocatore che nelle proprie giocate ricerca sempre il bello. Si vede in tutte le sue conclusioni, è sempre molto pulito e non segna con un contrasto o con un palla sporca. Per questo a volte non risulta cattivo. Ha sempre questa movenze fatte di qualità di gioco, ha fatto un grande gol ruotando dietro il difensore che ha anche rischiato di fargli fallo usando le braccia, ma lui è stato correttissimo».
Rastelli non è della stessa opinione e timidamente reclama: «Dzeko ha sfruttato la sua fisicità, c’è l’arbitro che ha convalidato e vuol dire che non ha riscontrato nessuno fallo. Rispettiamo la sua decisione, ma dalla mia postazione sembrava si potesse fischiare». Forse un po’ cattivo lo è stato Edin nell’occasione, perché poteva cadere, molle, a terra, e invece ha resistito e si è buttato sul pallone, è andato a caccia del 14 esimo gol in campionato. Uno in meno del capocannoniere Icardi. Ma i 20 complessivi glieli invidia anche Ronaldo, fermo a 18. Lare te di Dzeko è bastata per i tre punti e in A è da tre partite di fila che la Roma fa 1-0: «Si può vincere anche così. Ovvio che non è sempre possibile, ma non subiamo più tiri in porta ed è molto importante. Scudetto? Pensiamo solo a noi stessi, vinciamole tutte e poi si vedrà». Mentre nasce il carisma del leader nel bosniaco, dietro cresce una retroguardia -muro che permette anche a Rudiger di salire e proporsi in avanti: «Sono felice – ha detto il tedesco – per l’assist a Dzeko, ha bisogno di fare gol. Restiamo in scia Juve». Pure senza innesti dal mercato, e pare che per Spalletti non sia affatto un problema: «Ho detto alla società che stiamo bene così, anzi va mandato Seck a giocare. Si può fare a meno degli acquisti, sono passate 4 giornate e con Nainggolan abbiamo trovato un equilibrio. Poi ora stanno per tornare Florenzi e Salah, in caso dovevamo agire prima». Sulla corsa scudetto ha ampie vedute: «Più che a due è a sette-otto, c’è l’Inter che sta salendo, Milan, Napoli e tante gare. Il cammino è lungo, bisogna stare sul pezzo e portare sempre a casa il risultato. Pur non facendo una partita brillantissima col Cagliari, abbiamo trovato le misure e la squadra non si è fatta prendere dal panico. E i conti si fanno alla fine».